Di Don Giuseppe Tomaselli
domingo, 21 de outubro de 2012
DIO CON NOI di Don Giuseppe Tomaselli
DIO CON NOI
di Don Giuseppe Tomaselli – sacerdote salesiano
INTRODUZIONE
Dio da non pochi è dimenticato; da altri è considerato
come un "Essere astratto"; da altri ancora è creduto come
"Essere Reale", ma lontano dall'umanità, quasi esterno e non curante
delle singole persone.
Con questo scritto, semplice e popolare, si vuole
dimostrare che Dio, "Essere Vivente", anzi "Vita per
essenza", ha cura di ognuno di noi, ci è sempre vicino e vive con noi.
Questa unione di Dio con noi e di noi con Dio si verifica
specialmente per mezzo del mistero Eucaristico.
I fedeli in tal modo potranno avere un pascolo mensile
alla luce di Gesù Eucaristico.
Affinchè sia apprezzata ed alimentata l'unione di Dio con
le anime, si presentano dodici temi, uno per ogni mese dell'anno.
GENNAIO
DIO
CAPOLAVORO
Un artista, ispirato dal suo genio, mette in atto un
progetto: fare un quadro e che sia un capolavoro.
Prima di portarlo a termine passeranno forse anni ed
anni, come avvenne a Leonardo da Vinci per il quadro dell'Ultima cena di Gesù.
La'rtista, dopo essersi lambiccato il cervello e
sobbarcato tanti sacrifici, gode di aver portato a termine il suo capolavoro.
Se egli dicesse: Ormai di questo quadro non voglio più
interessarmi, lo lascio sulla via e chi vuole se lo pigli! - se dicesse così,
sarebbe un pazzo.
Invece l'artista espone il capolavoro, lo colloca in una
degna pinacoteca e se ne ripromette gloria e lucro.
Quel quadro è suo; non permette che alcuno lo deturpi; ed
ancorchè il quadro fosse lontano da lui, perchè esposto nella pinapoteca,
tuttavia col pensiero starebbe vicino ad esso.
Questo fa l'uomo per un'opera delle sue mani.
Un padre ed una madre hanno un figlioletto. Sarebbero
inumani o per lo meno pazzi se dicessero: Cosa importa più a noi di questo
bambino? Abbnadoniamolo! Lasciamolo sulla strada. Se vive o muore non ci
interessa!
I genitori agiscono ben diversamente. Amano il bambino
come loro stessi, anzi d'ordinario più di loro stessi; ne hanno massima cura; a
lui rivolgono il pensiero e guai a chi osasse fargli del male.
Questo fanno i genitori per i figli.
DIO AMORE
Dio ha creato il cielo e la terra e quanto essa contiene;
ha tratto dal nulla l'universo. Tutti gli esseri creati, visibili ed
invisibili, portano l'impronta della sua mano divina.
Dio, che ha creato per amore, ama tutti gli esseri; però
le sue predilezioni sono per le creature intelligenti, perchè dotate di uno
spirito immortale, il quale spirito porta un'impronta maggiore della sua mano
creatrice.
L'uomo e la donna sono capolavoro di Dio, creati a sua
immagine e somiglianza; sono sulla terra temporaneamente, in attesa di
raggiungere l'eternità; sono i re del creato e possono soggiogare tutti gli
esseri inferiori, i quali sono a loro servizio.
Se l'artista ama il suo quadro ed il padre il proprio
figlio, chi può dubitare dell'amore di Dio per le sue creature? Dio è infinito
nel suo amore e supera al sommo grado tutto l'amore umano unito assieme.
Essendo noi in Dio, siamo conosciuti da Lui intimamente,
perchè Egli è l'Onnisciente. L'onniscienza di Dio non ha passato nè futuro.
Tutto è presente al Creatore, che scruta i cuori.
Il profeta Davide, illuminato dallo Spirito Santo,
scrisse un Salmo, che è una sublime meditazione sull'onnipotenza, onniscienza e
immensità di Dio.
UN SALMO
" Signore, tu mi scruti, tu mi conosci; se mi seggo
o se mi alzo, tu lo sai. Tu conosci i miei pensieri da lontano; tu sai già il
mio cammino ed il corso della mia vita.
"Tutte me mie vie tu le hai prevenute. Non è ancora
la parola sulla mia lingua e già tu, o Signore, sai tutto, dalle ultime cose
alle prime.
"Tu mi hai plasmato ed hai posto sopra di me la tua
mano, La tua scienza nei miei riguardi è meravigliosa, è tanto elevata che non
potrò arrivarvi.
"Dove potrò sottrarmi al tuo spirito e dove fuggire
dalla tua presenza? Se salirò in cielo, tu ci sei; se scenderò negli abissi,
sei presenti. Se all'aurora prenderò le mie penne ed andrò a stabilirmi ai
confini del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi terrà la tua destra.
"Io dissi: Forse mi potranno nascondere le tenebre; la
notte è la mia luce nelle mie delizie!
"Ma le tenebre non hanno oscurità per te; la notte
sarà illuminata come il giorno ed il buio come la luce.
"Tu possiedi il mio interno; ti orenderesti cura di
me sin dal seno di mia madre.
"Io ti esalto, perchè tu sei terribilmente grande,
perchè meravigliose sono le tue opere e ben lo conosce l'anima mia.
"Non ti era nascosto il mio organismo, che tu
formasti nel segreto, nè la mia sostanza nelle viscere della terra.
"I tuoi occhi videro il mio corpo ancora informe e
nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che sarebbero venuti; non ne
mancava uno... Mi sveglio, o Dio, e sono ancora con te!
"Provami, o Signore, esamina il cuore, interrogami
ed osserva il mio cammino! Guarda se sono nella via dell'iniquità e guidami
nella vita eterna! (Salmo, 138-1...).
GRANDEZZA DIVINA
Chi è questo Dio terribilmente grande?
E' un purissimo Spirito, non visibile agli occhi del
corpo. Si manifesta attraverso le sue opere, che sono veramente grandi.
Dice la Sacra Scrittura:
"Colui che vive in eterno creò tutte insieme le
cose... Egli è Re invincibile in eterno. Chi potrà descrivere le opere di Lui?
Chi potrà investigare le sue meraviglie? La potenza della
sua grandezza chi la potrà spiegare? Chi potrà giungere a raccontare le sue misericordie?
Nè togliere nè aggiungere si può alle meraviglie di Dio, nè arrivare a
scoprirle. Quando l'uomo avrà finito, sarà sempre da principio e quando si
fermerà, si sentirà stordito" (Ecclesiastico, XVIII-1...)
Quale gioia deve apportare al cuore umano il pensiero che
un Dio così grande ci ami con tanta tenerezza a ci voglia e ci tenga uniti a sè
più strettamente che il bambino tra le braccia della mamma!
Dovrebbe dire ogni mortale: Se Dio è con me, di che cosa
dovrò temere?
Dalle suddette considerazioni si comprende quanto grande
sia la dignità nostra e quale delicatezza dobbiamo avere verso Dio Creatore.
Siamo sempre sotto il suo sguardo e dobbiamo vivere col
maggior grado di perfezione che ci è possibile.
VIVERE CON DIO
In una campagna c'è un albero maestro, ricco di foglie,
di fiori e di frutti.
Qua e là si vedono delle foglie secche; sono ancora
attaccate al ramo, ma non sono verdi; non hanno linfa. Quale vantaggio hanno le
foglie secche a stare attaccate al ramo? Nessuno. Appartengono all'albero ma
non hanno vita.
Tutti siamo in Dio; ma non basta essere in Lui come
creature nel Creatore; bisogna essere vivamente legati a Lui, vivere con Lui;
questo si ottiene con la sua amicizia. Cosa ci giova essere amati da Dio, se
noi non lo amiamo, vivendo in peccato? Saremmo come foglie secche attaccate
all'albero.
Noi siamo di Dio e con Dio quando facciamo la sua
volontà, osservando i suoi comandamenti.
La più grande disgrazia di una persona non è l'essere
nella miseria, non è una malattia incurabile o la stessa morte, sebbene tragica
o prematura, ma è il vivere in disgrazia di Dio.
Chi ha fede in Dio, come può rimanere nel peccato
mortale, non dico un mese o un giorno, ma anche un semplice quarto d'ora?
Chi è nella grave colpa, non solo non ha Dio con lui, ma
ha in Dio un terribile punitore del male, ha un avversario potentissimo,
essendo Dio la Giustizia personificata. Ma Dio è anche Bontà per eccellenza ed
in un attimo perdona ed abbraccia il peccatore, se lo vede sinceramente
pentito.
E' tanto facile riattaccarsi a Dio; basta ricorrere alla
Confessione Sacramentale, che è il Sacramento del perdono.
Dice Gesù all'anima contrita: Eri staccata da me ed ora
ti sei riunita a me. Vivi sempre con il tuo Dio!
PRATICA MENSILE
Apprezzare come si deve la grazia di Dio. Se per sventura
si cadesse in grave colpa, riconciliarsi subito con Dio.
Infelice chi si distacca dal Signore e non sente poi il
bisogno di riunirsi presto a Lui!
FEBBRAIO
L'EMMANUELE
GLI EBREI
Dio, Padre comune, ama tutti i popoli; tutta l'umanità appartiene
a Lui; ma nell'Antico Testamento dimostrò il suo amore di predilezione al
popolo ebreo, perchè da esso avrebbe dovuto nascere il Salvatore del mondo,
Gesù cristo.
Dio era con il popolo ebreo e lo guidava come un pastore,
amoroso e viglie, guida il suo gregge.
Come è meravigliosa la storia degli Ebrei! Basta
ricordare la partenza dall'Egitto per entrare nella terra promessa.
Infatti Dio punì l'Egitto , oppressore del suo popolo
prediletto, con dieci flagelli, passati alla storia col nome di "Piaghe
d'Egitto". Fece attraversare a piede asciutto il Mar Rosso; nel deserto lo
nutrì con la manna; lo dissetò con acqua scaturita prodigiosamente da una
roccia; lo guidò per mezzo di una nube misteriosa, a forma di colonna, che nel
giorno riparava dal sole e nella notte illuminava.
Questi fatti straordinari dimostrano che Dio era con il
suo popolo.
Però gli ebrei non vedevano Dio e non ne udivano la voce.
Soltanto Mosè, Aronne, i Profeti e qualche altro uomo erano ammessi a trattare
direttamente col Signore, ne udivano la voce e trasmettevano al popolo i
precetti divini. Tuttavia può giustamente dirsi: Fortunati gli Ebrei, che
avevano Dio con loro!
IL MESSIA
Chi ama, non si contenta di beneficare la persona amata;
vuole manifestarsi e trattare con essa direttamente.
Gli Ebrei dell'Antico Testamento erano in ansiosa attesa
del Messia, ma non ebbero la sorte di vederlo. Questo privilegio fu riservato
agli Ebrei contemporanei di Gesù Cristo.
Dice il Vangelo: "Il Verbo (Figlio di Dio) si fece
uomo ed abitò tra noi". (Giovanni I-14).
Con la nascita del Figlio di Dio la umanità potè dire:
Finalmente ora abbiamo Dio con noi!
Gesù Cristo è Dio! Tutto ciò che Moseè ed i Profeti
avevano scritto del futuro Messia, tutto si verificò in Gesù Nazareno.
Riconobbero la sua Divinità, e furono i primi, gli
Apostoli, testimoni delle sue opere, e coloro che si avvicinavano a Gesù con
fede, umiltà ed amore.
Si ricorda uno sprazzo della sua Divinità sul monte
Tabor.
SCENA CELESTE
Si legge nel Vangelo di San Marco:
"Gesù prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni, li
condusse soli in disparte sopra un alto monte e si trasfigurò in loro presenza.
Le sue vesti divennero sfolgoranti e candidissime come la
neve, quali nessun tintore della terra sarebbe capace di fare. E loro apparvero
Elia e Mosè a discorrere con Gesù.
Pietro prese a dire a Gesù: Maestro, è bene per noi lo
stare qui! Facciamo tre tende: una per te, una per Moseè ed una per Elia.
Ma non sapeva ciò che dicesse, tanto erano presi dallo
spavento.
Si levò una nube ad involgerli e dalla nube uscì una
voce: Questo è il mio Figlio diletto; ascoltatelo!
Ad un tratto, guardatisi attorno, non videro se non il
solo Gesù con loro. E nello scendere dal monte Gesù ordinò loro di non
raccontare a nessuno quello che avevano visto, se non quando il Figlio
dell'uomo fosse risorto da morte. Ed essi tennero in sè la cosa, domandandosi
tra loro cosa fosse mai quel risorgere da morte" (Marco, IX-1...).
BONTA'
GEsù, vero Dio e vero Uomo, nei trentatrè anni di vita
terrena dimostrava a sprazzi la sua Divinità. Avrebbe atterriti tutti se si
fosse mostrato di continuo nello splendore della sua Maestà Divina. Egli volle
che la sua Dibinità fosse riconosciuta gradatamente, attraverso lo svolgimento
ordinato della sua predicazione e dei prodigi che l'accompagnavano.
Gesù Dio, dominatore del tempo e degli eventi, si
mostrava sereno, semplice e più che tutto mansueto, umile ed amabile.
Era venuto al mondo per amore e voleva che tutti
conoscessero il suo amore.
Era amabile con i piccoli e diceva: " Lasciate che i
pargoli vengano a me" (Matteo, XIX-14).
Era paziente con i suoi acerrimi nemici, Farisei e
Dottori della Legge, gelosi della sua gloria. Li trattava con garbo, scendendo
a colloquio con loro, per illuminarli e salvarli.
Era molto indulgente con i peccatori e diceva: Sono
venuto a cercare le pecorelle smarrite d'Israele.
Questa indulgenza, indice di grande amore, convertiva le
anime dedite al vizio; ne è prova la Samaritana, l'adultera, Saccheo, Maria di
Magdala, il buon ladrone e tanti altri.
L'amore di Gesù si manifestò al colmo quando pendeva
dalla Croce, perchè soffriva terribilmente per la redenzione dell'umana
generazione e pregava in particolare per i suoi crocifissori, dicendo:
"Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno!" (Luca,
XXIII-34)-
IL GRANDE DONO
Secondo i disegni della Divina Sapienza, al vita terrena
di gesù doveva durare terntatrè anni. Al Figlio di Dio non bastava così poco
tempo per testimoniare al mondo il suo amore. E' sua delizia lo stare con i
figli degli uomini.
A Gesù, che è onnipotente, non mancò la possibilità di
attuare il suo disegno; istituì il Sacramento dell'amore. Chiusa la vita
terrena, salì al Cielo con il suo Corpo glorioso e restò ancora nel mondo, vivo
e vero, con il suo stesso Corpo, con l'Anima e la Divinità, sotto i Veli
Eucaristici.
Il Profeta Isaia aveva detto che il Messia sarebbe stato
l'Emanuele, cioè, "Dio con noi". Ed invero Gesù Sacramentato è
l'Emmanuele.
Il Sacramento dell'amore è il più grande dono che Dio
abbia fatto all'umanità, dopo il dono dell'Incarnazione.
ESSERE GRATI
Gesù, durante la sua vita pubblica, per preparare gli
animi al grande dono, annunziò questo mistero di fede con il discorso tenuto
nell'Arcisinagoga di Cafarnao, dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani.
"Io sono il Pane di Vita... Io sono il Pane vivo,
disceso dal Cielo... Il Pane che io darò è la mia Carne per la vita del mondo.
La mia carne è veramente Cibo ed il mio Sangue è veramente Bevanda. Chi mangia
la mia Carne e beve il mio Sangue, rimane in me ed io in lui... Non sarà come i
padri vostri che mangiarono la manna nel deserto e morirono. Chi mangia la mia
Carne e beve il mio Sangue, ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ultimo
giorno" (Giovanni, VI-35...).
La solenne promessa dell'eucaristia, fatta nella
cittadina di cafarnao, ebbe compimento nell'ultima Cena, quando, prima di
cominciare la sua Passione, volle gli Apostoli attorno a sé e consacrò il pane
e il vino dicendo: "Questo è il mio Corpo...Questo è il mio
Sangue..."-
Dopo di ciò, diede il potere di consacrare agli Apostoli
ed ai loro successori, dicendo: "Fate questo in mia memoria".
Sono passati circa venti secoli e Gesù è stato e starà
vivo e vero con gli uomini per mezzo del Sacramento Eucaristico nei numerosi
Tabernacoli del mondo.
Quali sentimenti di riconoscenza dovrebbero avere gli
uomini, al pensiero di essere stati tanto amati da Dio!
Eppure la maggior parte dell'umanità è ingrata!
Gesù disse un giorno alla Samaritana: "Se tu
conoscessi il dono di Dio!" (Giovanni, IV-10).
Oggi potrebbe dire a moltissime anime: Oh, se voi
conosceste il dono di Dio, verreste sovente ai piedi del mio Tabernacolo per
adorarmi e ringraziarmi! Cosa avrei potuto fare di più per dimostrarvi il mio
amore? Sono rimasto nell'Eucaristia quale fartello con i fartelli, per
sostenervi nel pellegrinaggio della vita presente sino all'ingresso
nell'eternità.
PRATICA MENSILE
Fare qualche Comunione per ringraziare Gesù di avere
istituita l'Eucaristia e per ringraziarlo per noi e per coloro che non lo
ringraziano.
MARZO
L'EUCARISTIA
UNO CHE NON CONOSCETE!
Quando i Farisei mandarono a Giovanni Battista
un'ambasciata per sapere se egli fosse il Messia, la risposta fu:
"Io non sono il Cristo!"
Poi Giovanni soggiunse: Però in mezzo a voi sta Uno, che
non conoscete!" alludendo a Gesù Cristo, che aveva già iniziata la vita
pubblica. (Giovanni, I-20...)
A quelli che non hanno la fede eucaristica potrebbero
applicarsi le parole del Battista: In mezzo a voi, nel mondo, sta Uno che non
conoscete! E' il Figlio Di Dio, Gesù Cristo, dimorante nel Tabernacolo.
Non si può amare una persona se non si conosce; non si
può, dunque, amare Gesù Sacramentato, se non si conosce chi sia Gesù.
E' necessario approfondire lo studio del Vangelo,
meditare sul mistero della Incarnazione, penetrare nel cuore del Figlio di Dio
per immedesimarsi dei suoi sentimenti e soprattutto del delicatissimo amore che
lo spinse ad istituire la Eucaristia.
RISPOSTA AMOROSA
Che cosa è l'Eucaristia?
E' la risposta amorosa di Gesù al tradimento degli
uomini.
L'ora dell'ultima Cena fu l'ora dei tradimenti.
In quei momenti il Sinedrio si disponeva alla cattura di
Gesù; Giuda stava per consegnare il Divino Maestro ai suoi nemici col bacio del
tradimento; Pietro fra poco lo avrebbe rinnegato; gli altri Apostoli lo
avrebbero abbandonato ed il popolo beneficato avrebbe gridato fra non molto a
Pilato: Crocifiggilo!
E proprio nell'ora dei tradimenti Gesù dava la risposta
con l'istituzione del Sacramento dell'amore.
ESTREMO LIMITE
Che cosa è l'Eucaristia?
E' il massimo dei doni che possa farsi, non da uomo ed un
altro uomo, ma da un Dio munificentissimo.
E' dono dare qualche cosa ai bisognosi; è gran dono dare
tutti i propri averi; è massimo dono dare agli altri tutto se stesso, la
propria vita.
Gesù, Seconda Persona della Santissima Trinità, dà alle
sue creature tutto se stesso: Corpo, Anima e Divinità.
Il dono dell'Eucaristia è l'estremo limite della bontà.
PARADISO IN TERRA
Che cosa è l'Eucaristia?
E' il Paradiso in terra.
In che consiste la vita eterna? Nel conoscere l'Eterno
Padre ed il suo figlio Unigenito, Gesù Cristo, contemplando le divine
perfezioni ed amando smisuratamente. La Corte Angelica e le schiere dei Beati
eternamente si saziano, immerse nell'Oceano Divinoed è Gesù il centro della
felicità eterna.
Dunque, l'Eucaristia, quella piccola Ostia Consacrata, è
lo stesso Gesù Cristo che costituisce la felicità del Paradiso.
Se si avesse la dovuta fede, adorando Gesù Eucaristico,
si perderebbe il gusto di ogni diletto terreno; ci sarebbe poco o niente da
invidiare alla Corte Celeste.
I Santi, pur essendo in questa valle di lacrime, erano
felici al contatto della Eucaristia. Accesi di fede, provando davanti a Gesù
Sacramentato le ebrezze divine, impotenti a resistere per la debolezza del
corpo, esclamavano: Basta, Signore, basta!... Mi si spezza il cuore! - Uno di
costoro è stato San Filippo Neri.
MISTERO TRINITARIO
Che cosa è l'Eucaristia?
Il mistero della Trinità di Dio.
Si legge nel Vangelo:
Gesù disse: "Io non la Via, la Verità e la Vita.
Nessuno viene al Padre se non per me. Se conosceste me, conoscereste anche il
Padre mio. Ora lo conoscete e l'avete visto.
Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta.
E Gesù rispose: Da tanto tempo sono con voi e non mi
avete conosciuto? Filippo, chi vede me, vede anche il Padre. Come puoi dunque
dire: Mostraci il Padre!? Non credete che io sono nel Padre ed il Padre è in me
e tutti e due siamo uno?" (Giovanni, XIV-6).
Queste parole di Gesù esprimono il mistero della Trinità-
Potrebbe farsi osservare: E lo Spirito Santo non appare in
questo mistero?
Essendo lo Spirito Santo l'Amore che l'Eterno Padre porta
al Figlio ed il Figlio all'Eterno Padre, ne consegue che dove è il PAdre ed il
Figlio, è anche lo Spirito Santo.
La Religione Cattolica è un intreccio di mestieri, cioè,
di verità superiori alla intelligenza umana, ma non contrari alla ragione: noi
crediamo queste verità perchè le ha rivelate lo stesso Dio.
Si fa un rapido accenno al mistero della Trinità.
Dio è uno nella natura è trino nelle Persone. Fin
dall'eternità il Padre Celeste genera il Figlio per via d'intelligenza; lo
Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio per via d'amore.
Le Persone Divine sono uguali, distinte e inseparabili.
Per questo Gesù disse all'apostolo Filippo: "Chi
vede me, vede anche il Padre".
L'Eucaristia è Gesù; ma Gesù non è solo; è inseparabile
dalle altre due Persone Divine. Per conseguenza il Mistero Eucaristico è anche
Mistero Trinitario.
La piccola Ostia Consacrata contiene l'Infinito: Il Padre
Creatore, il Figlio Redentore e lo Spirito Santo Santificatore.
L'Eucaristia prolunga nei secoli il mistero
dell'Incarnazione. Gesù Sacramentato continua ad essere il Mediatore tra la
Santissima Trinità e l'umanità.
Quando si riceve la Comunione, Gesù mette l'anima che si
comunica in contatto sempre più diretto con le tre Personer Divine.
Dall'Ostia Consacrata Gesù può ripetere quello che disse
un giorno sulla terra: "Chi mi ha mandato (il Padre Celeste), è con me e
non mi ha lasciato solo" (Giovanni, VIII-29).
Le tre Persone Divine stanno abitualmente nell'anima che
è in grazia di Dio. Però, fatta la Comunione, le Persone Divine sono nell'anima
in modo tutto particolare e così vi restano finchè si siano consumate le Sacre
Specie Eucaristiche.
La Santissima Trinità non è mai così presente ed operante
nell'anima umana, come nei brevi momenti che seguono la Comunione.
Ogni Comunione alimenta la nostra vita di unione non solo
con Gesù, ma pure con l'Eterno Padre e con lo Spirito Santo.
Gesù desidera che l'anima si unisca intimamente e
fortemente alla Santissima trinità, secondo quello che disse nella vita terrena:
"Come tu, o Padre, sei in me ed io sono in te,
anch'essi siano uno in noi... Io in loro e tu in me, affinchè siano perfetti
nell'unità" (Giovanni, XVII-21-23).
Nei momenti in cui Gesù Sacramentato è in noi, noi siamo
in grado di offrire alla Trinità una dimora degna di Lei ed anche di offrire
doni preziosissimi e graditissimi, ad esempio, possiamo offrire all'Eterno
Padre tutti i meriti della Sacrosanta Umanità di Gesù, i meriti della Madonna e
dei Santi.
PEGNO DI GLORIA
Che cosa è l'Eucaristia?
E' il pegno della futura gloria e santifica non solo
l'anima, ma anche il corpo, disponendolo alla gloriosa risurrezione.
Infatti Gesù dice: "Chi mangia la mia Carne e beve
il mio Sangue, ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno"
(Giovanni, VI-54).
Se si andasse in un cimitero e si mirassero i cadaveri in
putrefazione o quelli già polverizzati, si proverebbe un senso di tristezza e
di ribrezzo. E' naturale! Ma stando alle Parole di Gesù, alla luce della fede
eucaristica, mirando i cadaveri dovrebbe dirsi: Fortunati corpi umani, umili
resti dei mortali! Quando eravate in vita molte volte riceveste l'Ostia
Consacrata. A voi, dunque, è riservato un futuro radioso. Gesù, Verità Divina,
ha detto che nell'ultimo giorno del mondo manderà i suoi Angekli a risvegliare
i dormienti nei sepolcri e farà risorgere gloriosi quei corpi che lo
ricevettero Sacramentato. Voi corpi, riunendovi alla anima, un giorno sarete
belli, luminosi, agili ed impassibili come il Corpo di Gesù Risorto!
PRATICA MENSILE
Quando ci si comunica, quando si mira l'Ostia Consacrata
e quando si sta davanti al tabernacolo, dire: Ti adoro, Mistero Eucaristico!
Gesù, accresci in me la fede!
APRILE
IL SANTO SACRIFICIO
RINNOVAZIONE AUTENTICA
Dio è con noi nell'Eucaristia. Il mistero Eucaristico
avviene durante la Messa. Conviene perciò istruirsi sul Sacrificio della Messa
per avere più luce eucaristica.
L'Eucaristia è il centro della Messa, come il sole è il
centro del sistema planetario ed il cuore è il centro del corpo umano.
Si va in Chiesa, si assiste alla Messa e non di rado si
resta impassibili. La nuova Liturgia dà un grande aiuto ai fedeli, affinchè
possano assistervi con maggiore frutto, sia per l'uso della lingua parlata dai
vari popoli e sia per la forma dialogata.
Con tutto ciò, quanta deficienza si constata in tanti
fedeli! Quanti assistono alla Messa passivamente, pur partecipando alle norme
liturgiche!
Quanto avvenne nel Cenacolo nell'ultima Cena e sul
Calvario con la crocifissione e morte di Gesù, lo stesso si verifica ogni
giorno, anzi ogni ora del giorno, quando si celebra la Messa.
Il Santo Sacrificio non è una semplice commemorazione
dell'ultima Cena e del dramma sanguinoso del Calvario, ma ne è la rinnovazione
autentica.
La Messa è la continuazione reale della Passione e morte
di Gesù Cristo. C'è però diversità di modo e non di sostanza, in quanto la
Passione del Figlio di Dio la prima volta si compì in forma cruenta, cioè, con
spargimento di Sangue; nella Messa invece si rinnova in forma incruenta sotto i
Veli Eucaristici.
MIO E VOSTRO SACRIFICIO
E' il Sacerdote il Ministro della Messa ed offre Gesù
Vittima all'Eterno Padre; pure chi vi assiste partecipa alla celebrazione;
infatti il Celebrante dice: !Pregate, fratelli, perchè il mio e vostro
Sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente...".
"Vostro Sacrificio" significa che i fedeli sono
invitati in qualche modo a concelebrare, quasi fossero Sacerdoti.
Per partecipare attivamente alla Messa, si ponga mente a
quanto ora verrà detto:
1) Innanzi tutto si sia convinti che durante il
Sacrificio della Messa Dio è con quelli che vi assistono in una unione tutta
particolare, in quanto l'Eterno Padre, mentre mira con compiacenza divina il
suo Figlio Unigenito, guarda pure con compiacenza speciale i fedeli, che sono
le membra mistiche del Corpo di Gesù.
Le preghiere che si fanno durante la Messa acquistano
maggiore valore, perchè sono unite al vivo Sacrificio della Croce.
2) Non è sufficiente rispondere meccanicamente alle
preghiere liturgiche; deve compendersene l'alto significato e seguirle
attentamente.
Si ponga bene mente alle preghiere dell'Offertorio, della
Consacrazione e della Comunione. Sono questi i momenti più preziosi del Santo
Sacrificio.
3) Perchè si possa seguire devotamente la Messa a
riceverne i copiosi frutti, non si attende ad altro, neppure d'ordinario alle
preghiere private, ma si segua attentamente quanto si va svolgendo all'Altare.
La Messa, specie quella festiva, non deve essere interrotta nella attenzione da
nessuna cosa, neppure dalla Confessione Sacramentale. Perciò i fedeli si
abituino a confessarsi prima o dopo la Messa e possibilmente il giorno avanti,
cioè, il sabato o la vigilia delle solennità religiose.
INTENZIONI
Gesù, offrendosi al Divin Padre sugli Altari per
l'umanità e conoscendo Egli i bisogni delle singole anime, in ogni Messa ha le
sue intenzioni. In base a questo, è in uso la seguente preghiera: Eterno Padre,
vi offro il Sangue di Gesù Cristo per le intenzioni, per le quali Egli s'immola
sugli Altari!
Gesù, dunque, ha le sue intenzioni. Anche il Sacerdote
Celebrante a principioo della Messa mette sull'Altare le proprie intenzioni, la
prima delle quali, la più essenziale è quella di chi ha dato l'elemosina della
Messa.
I fedeli mettano pure le loro intenzioni, dicendo
all'inizio del Santo Sacrificio o all'Offertorio: Eterno Padre, metto le mie
intenzioni... unitamente a quelle del Celebrante e più che tutto alle
intenzioni della Vittima Divina!
Avviene così una fusione d'intenzioni divine ed umane e
l'Eterno Padre le accetta e le benedice.
LA VITTIMA
Il concetto dominante della Messa è quello della vittima.
Gesù, continuando a sacrificarsi sotto le Specie
Eucaristiche, ripara ininterrottamente le iniquità del mondo. E' Lui l'unica
Vittima, Lui Uomo-Dio, che può rendere alla Divina Giustizia la condegna
riparazione, unitamente agli omaggi di adorazione.
Poichè Gesù si offre quale Vittima, i fedeli per
partecipare attivamente al Divino Sacrificio si offrano pure quali vittime alla
Divinità, per riparare per loro e per tutte le anime, come anche per adorare,
impetrare e ringraziare Dio per loro stessi e per tutta l'umanità.
Offrirsi vittima!....Quale onore potersi offrire vittima
col Figlio di Dio!
Le anime generose rispondono alla ispirazione divina e si
offrono abitualmente vittime a Dio; esse sono chiamate "anime ostie",
come è "Ostia" Gesù Sacramentato.
Chi avesse fatta l'offerta di vittima, quale "anima
ostia", rinnovi questa amorosa offerta al momento dell'Offertorio oppure
alla Consacrazione, dicendo: Eterno Padre, mi offro vittima a Te, assieme a
Gesù, Vittima Divina!
Le anime piccine e neghittose, poco istruite su tale
preziosa offerta, indietreggiano al pensiero di offrirsi quali "anime
ostie", mentre Gesù desidera eserciti di simili anime e se le sceglie
ovunque ed in qualunque stato di vita.
Sono queste "anime ostie" che Gesù specialmente
benedice durante la Messa, in quanto le vede più simili e più avvicinate a Sé.
LA MESSA "NOSTRA"
Compiuto il Santo Sacrificio, il Sacerdote benedice i
fedeli e li congeda, dicendo: "La Messa è finita. Andate in pace!".
Realmente la Messa di Gesù è finita; però deve cominciare
subito la nostra Messa.
I fedeli, uscendo dal Tempio, riprendono la vita normale,
seminata di spine, di responsabilità e di delusioni. DEvono armarsi di santo
coraggio e conservare la clama interiore per non perdere i frutti della Messa.
La "Messa nostra" perchè sia veramente Messa e
sia nostra, deve imitare la condotta di Gesù, allorchè cominciò la sua
Passione.
Davanti al calice, che l'Angelo gli presentò nel
Getsemani, Gesù esclamò:
Padre, sia fatta la tua volontà e non la mia! (Luca,
XXII-42).
Noi fedeli viviamo la nostra Messa lungo il giorno, se
siamo uniformati alla volontà di Dio con l'adempimento esatto dei propri doveri
e con l'accettazione generosa di tutto ciò che Dio permette in noi ed attorno a
noi, dicendo all'occasione: Signore, sia fatta la tua volontà e non la mia!
Quale frutto ricava quel fedele, che, pur avendo
partecipato ad una o più doveri, anche gravi, che scatta davanti alla minima
contrarietà, che non sa perdonare facilmente con generosità e che vive
dissipatamente, inebriandosi di orgoglio e vanità?
Non si dimentichi, dunque, questo pensiero:
Quando il Sacerdote dice all'Altare: La Messa è finita.
Andate in pace! - dopo la risposta:
Rendiamo grazie a Dio! - ognuno dica nel suo cuore, ma con vera
compunzione: Ora comincia la mia Messa. Voglio celebrarla bene!
SUGGERIMENTI
La Messa è un tesoro; il tempo che s'impiega ad
assistervi è il più benedetto da Dio.
Si ascoltino più Messe che si può, quando le occupazioni
quotidiane lo permettono.
Si facciano celebrare delle Messe, non solo per gli
altri, ma anche per se stessi, quando se ne avesse la possibilità.
Ci s'interessi affinchè nessuno della famiglia perda la
Messa nei giorni festivi.
Chi ascolta devotamente la Messa, porta con sé la
benedizione di Dio e la porta pure in famiglia e nell'ambiente in cui esplica
la sua attività.
PRATICA MENSILE
Vivere bene la "propria Messa", ricordando
lungo il giorno d'imitare Gesù nella sua Passione.
MAGGIO
COMUNIONE
QUELL'UOMO SEI TU
La debolezza umana è grande; anche i colossi della virtù
possono cadere, se non fuggono l'occasione e se non pregano. Un esempio celebre
è quello di Davide.
Questo re, uomo secondo il Cuore di Dio, scelto da Dio
stesso a reggere il popolo di Israele, in un momento di grende debolezza cadde
in una enorme colpa. Il Signore si servì del Profeta Natan per rialzarlo.
Nel Secondo Libro dei Re (XII-1) è detto:
"Il Signore mandò a David Natan, il quale, andato,
gli disse: In una città c'erano due uomini, uno ricco ed uno povero.
"Il ricco aveva pecore e buoi in grande quantità; il
povero non aveva altro che una piccola pecora, che egli aveva comprata ed
allevata e che era cresciuta presso di lui insieme ai suoi figli, mangiando del
suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una
figlia.
"Ora il ricco, essendo andato da lui un pellegrino,
per fargli un banchetto non prese le sue pecore ed i suoi buoi, ma andò a
prendere la pecora del povero è preparò dei cibi per l'uomo che era venuto da
lui.
"Davide, altamente sdegnato contro un tale uomo,
disse a Natan: Viva il Signore! E' degno di morte chi ha fatto questo! Renderà
la pecora al quadruplo, per avere fatto tale cosa ed avere agito senza pietà!
"Allora Natan disse a Davide: Quell'uomo sei
tu!".
Il Profeta con questa parabola gli rinfacciò il suo
peccato. Davide se ne pentì e piangendo disse: Pietà di me, o Dio, secondo la
tua grande misericordia!
Così ebbe origine il Salmo del "Miserere", che
la Chiesa fece suo, ordinandone la frequente recita nella Sacra Ufficiatura.
IL BUON PASTORE
Fu delicata la condotta del povero uomo della parabola
nei riguardi della sua pecorella. Con essa mangiava, beveva e dormiva.
Ma molto più delicata è la condotta di Gesù con le
singole sue pecorelle.
Egli, Buon Pastore, dà la vita per le sue pecorelle; dà
loro in cibo le sue stesse Carni Immacolate.
La Comunione è il Cibo Celeste, che nutre le pecorelle
del gregge di Cristo.
Partecipando alla Messa, si sta uniti con Dio; ma
l'unione intima, personale, misteriosa di Dio con l'anima, avviene nel momento
della Messa, in cui il Celebrante pone l'Ostia Consacrata sulla lingua dei
comunicandi.Momento solenne!
Se si avesse la dovuta fede, come si brucerebbe d'amore e
di riconoscenza al primo contatto del corpo umano con il Corpo Eucaristico di
Gesù!
Eppure, con quanta leggerezza e dissipazione ci si
accosta talvolta al Banchetto Eucaristico! E' necessario istruirsi e riflettere
sull'importanza della Comunione e sul modo di fare una delicata preparazione,
un'amorosa accoglienza al re d'amore ed un doveroso ringraziamento.
PONTE DIVINO
Il Signore ci chiama e ci sollecita all'unione intima con
Lui. Gesù, facendosi Uomo, si è fatto Ponte tra l'Eterno Padre e l'umanità. Non
si può andare al Padre Celeste senza l'opera di Gesù, il quale dice: Nessuno
viene al Padre se non per mezzo mio. (Giovanni XIV-6).
Nello stesso tempo Gesù afferma: "Nessuno può venire
a me, se non vi è attratto dal Padre" (Giovanni, VI-44).
Quando l'anima si decide a comunicarsi e quindi ad andare
a Gesù, è l'Eterno Padre che l'attira a Gesù. Quale lavorio di grazia divina si
svolge nell'intimo di chi vuole comunicarsi! E' necessario rientrare in se
stessi per scoprire le vie del Signore, il quale c'invita al Cibo Celeste.
L'Eterno Padre non si contenta di averci dato una sola
volta il suo Divin Figlio con l'Incarnazione, ma ama darcelo spesso per mezzo
dell'Eucaristia.
Gesù sulla terra faceva sempre la volontà del Padre
Celeste e se questa Prima Persona Divina non avesse voluto che Gesù istituisse
l'Eucaristia, noi non avremmo avuto sulla terra Gesù vivo, dimorante con noi,
dopo la sua ascnsione al Cielo.
Quale dono e quali amorosi inviti ci fa Dio per chiamarci
alla Comunione!
E gli uomini come rispondono, allorchè sono invitati al
Banchetto Celeste?
INVITO AMOROSO
Nel Vangelo c'è una parabola:
Disse Gesù: " Un uomo fece una grande cena ed invitò
molti. Ed all'ora della cena mandò il suo servo a dire ai convitati: Venite,
poichè tutto è pronto!
E cominciarono tutti insieme a scusarsi. Il primo gli
disse: Ho comprato un podere e bisogna che io vada a vederlo. Ti prego, abbiami
per scusato!
Ed un altro gli disse: Ho comprato cinque paia di buoi e
vado a provarli. Ti prego, abbiami per scusato!
Ed un altro gli disse: Ho preso moglie e quindi non posso
venire.
Ed il servo ritornò e riferì queste cose al padrone.
Allora sdeganto il padrone di casa disse al servo:
Presto, và per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi,
ciechi e zoppi.
Ed appena il servo ritornò e disse: Signore, è stato
fatto come hai ordinato ed ancora c'è posto! - il padrone gli soggiunse: Va'
fuori per le strade e lungo le siepi e forza la gente a venire, affinchè si
riempia la mia casa. E vi assicuro che nessuno dei primi invitati assaggerà la
mia cena" (Luca, XIV-16)
***
C'è un'altra parabola:
Gesù disse: "Il regno dei Cieli è simile ad un re,
il quale fece le nozze a suo figlio.
mandò i servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma
costoro non volevano venire. Mandò ancora altri servi, dicendo: Dite agli
invitati che il mio pranzo è già apparecchiato; si sono ammazzati i buoi e gli
animali ingrassati. Tutto è pronto. Venite alle nozze!
Ma quelli non se ne curarono, andando chi al campo chi al
negozio. Altri poi, presi i servitori, li oltraggiarono e li uccisero.
Udito l'accaduto, il re pieno di ira mandò le sue milizie
a sterminare quegli omicidi ed a dare fuoco alle loro città. Poi disse ai suoi
servi:
Le nozze sono pronte, ma gl'invitati non ne sono stati
degni. Andate dunque ai crocicchi dele vie e quanti troverete chiamateli alle
nozze.
Ed usciti per le vie, i servi di lui radunarono quanti
trovarono, buoni e cattivi, e la sala delle nozze si riempì di convitati.
Ora, entrato il re a vederli, notò un uomo che non era in
abito di nozze e gli disse: Amico, come sei entrato qui senza la veste da
nozze? - E colui ammutolì.
Allora il re disse ai servi: Legatelo mani e piedi e
gettatelo fuori nel buoi; ivi sarà pianto e stridore di denti" (Matteo,
XXII-1).
SIGNIFICATO
Strettamente parlando, la prima parabola significa
questo:
L'uomo che preparò la cena è Dio Padre; la cena è la
dottrina del Figlio suo, Gesù Cristo; i servi sono gli Apostoli ed i
predicatori. I chiamati alla cena per primi furono i Giudei; ma poichè non
risposero all'invito, dopo furono chiamati i pagani.
La seconda parabola significa:
Il re è il Padre Celeste, le nozze del Figlio Unigenito
sono l'unione di Gesù Cristo con la Chiesa.
Avendo i primi chiamati, cioè i Giudei, oltraggiati ed
uccisi i Profeti egli Apostoli, Dio li disperse per il mondo.
Esclusi i Giudei, furono chiamati i pagani. Però non
tutti i nuovi invitati parteciparono al regno dei Cieli, ma soltanto coloro che
avevano la veste nuziale, cioè la carità, ovvero l'amore di Dio e del prossimo.
Il buioi, o tenebre esteriori, simboleggiano la notte
eterna della dannazione.
Come dunque si è detto, è propriamente questo i
significato delle due parabole.
Tuttavia, largamente parlando, potrebbe applicarsi il
tutto all'Eucaristie, cioè al Banchetto Divino, al quale si è invitati ad
andare e per scuse vane si tralascia di andarvi. Tra quelli che vanno al
Banchetto Eucaristico, potrebbe trovarsi qualcuno senza la veste nuziale, cioè
privo della grazia di Dio, e costui sarà condannato.
SCUSE VANE
Sapere che l'Ostia Consacrata è Gesù, che Egli è il
Redentore e vuole darci in cibo il suo Corpo ed il suo Sangue; sapere quale
conforto possa dare una Comunione ben fatta e quale forza apporti nelle
tentazioni e nelle prove della vita; sapere che non si paga niente per
comunicarsi... e tuttavia si constata tanta trascuraztezza a comunicarsi!
Tanti, che si credono "buoni Cristiani", appena
appena si decidono a comunicarsi a Pasqua, forse perchè moralmente costretti
dal grave obbligo del Precetto Pasquale... e Dio solo sa quanto possano valere
certe Comunioni dei così detti "pasqualini"!.
Dice Gesù: Prendete e mangiate! Questo è il mio Corpo!
Rispondono gl'invitati:
Messa, sì; Comunione, no!.... Mi annoio a dispormi alla
Comunione, perchè prima dovrei ricorrere alla Confessione....
Non mi comunico, perchè dovrei vivere distaccato da
quella passione impura; mi riesce troppo duro osservare la purezza!
Come potrei comunicarmi con l'odio mortale che nutro in
cuore? Non intendo perdonare.
Comunicarmi? Sarebbe scherzare con Dio! La mia vita di
lavoro è un piccolo e grande intreccio d'ingiustizie. Dovrei cambiare idea; non
me la sento!
Sono proprio questi i motivi che non pochi adducono per
astenersi dalla Comunione.
Cosa su constata nella Messa festiva?
Centinaia di fedeli sono in Chiesa per soddisfare al
precetto festivo e forse dieci o venti si accostano alla Comunione.
E' questa la piaga del popolo cristiano, mentre la
massima dovrebbe essere: Ogni volta che si partecipa alla Messa festiva, si
partecipi pure al Banchetto Eucaristico.
PRATICA MENSILE
Abituarsi a ricevere la Comunione ogni giorno festivo.
GIUGNO
PREPARAZIONE
INDICE DI BUON ESITO
I grandi avvenimenti richiedono grandi preparativi. E
quale avvenimento maggiore può aversi che ricevere nel proprio cuore il Creatore
dell'universo? Persando alal Comunione, i fedeli dovrebbero bramare l'istante
in cui ricevere Gesù.
Il buon esito di un'impresa dipende sempre dalla
preparazione. In questo periodo storico si lancia l'astronave negli spazi e si
arriva alla luna. E' un'impresa di pochi giorni. Ma quanti mesi di
preparazione, costosa, denza ed accurata!
Ed è proprio la preparazione che ottiene il buon esito.
Tutto ciò faccia comprendere che nonbasta dire: Vado a
comunicarmi! - ma deve spingere ad una conveniente preparazione. Mancando
questa, tante Comunioni sono fredde ed infruttuose.
DISPOSIZIONE REMOTA
Non è sufficiente la sola preparazione prossima, cioè il
solo concentrarsi pochi istanti prima di comunicarsi. Fin dal giorno precedente
l'anima si disponga all'incontro con Dio.
Si dirà: Quando non sento nella scoscienza il rimorso di
gravi colpe, posso comunicarmi seneramente.
E' vero! Basta essere moralmente sicuri di trovarsi in
grazia di Dio, per potersi comunicare.
Ma ad un'anima fervente, che vuol dare un amoroso ricetto
a Geù Sacramentato, non è sufficiente lo stato di grazia; le occorre qualche
cosa di più e cioè: una buona preparazione remota. Se ne suggeriscono le norme:
1) Fin dal giorno precedente vivere più cristianamente
che si può, sforzandosi di evitare le piccole colpe volontarie, che sono spine
al Cuore di Gesù.
Vigilare quindi per combattere l'impazienza, la vanità,
la menzogna, la mormorazione...
2) Prepararsi con il compimento esatto dei propri doveri,
secondo il proprio stato, e col dare buon esempio al prossimo, agendo con
carità e mitezza.
3) Ci si industri per portare a Gesù qualche dono, ad
esempio, un buon mazzetto di fiori spirituali, approffittando delle occasioni
che la Provvidenza suole presentare: piccole rinunzie, atti di carità, ecc....
4) Si stia uniti con Dio, volgendo di tanto in tanto il
pensiero a Gesù nei Tabernacoli, il quale anela comunicarsi alle anime amanti.
Quest'unione si alimenti con la recita delle giaculatorie e con le brevi
Comunioni spirituali.
Quando l'anima si dispone fin dal giorno innanzi, di
certo riceverà Gesù in modo soddisfacente e ne avvertirà il frutto.
Che comunione fanno quei tali, che pur sapendo doversi
comunicare il giorno seguente, vivono nella dissipazione, senza sollevare a
tratti la mente a Dio, tutto concedendo ai sensi ed assecondando i capricci,
poco badando a correggersi dei difetti?
E come osano appressarsi tranquillamente alla Comunione
coloro che il giorno innanzi hanno dato poco buon esempio con la moda libera,
col parlare poco castigato, con le danze poco morali e dopo avere assistito a
spettacoli poco raccomandabili?
La Comunione di costoro lascia l'anima sterile, apatica,
quasi non si fosse comunicata.
LAVORO DIVINO
La vera preparazione è la Confessione, che è
assolutamente richiesta quando si è in peccato mortale; è libera, o almeno
consigliabile, quando si trattasse solo di piccole colpe.
Confessarsi vuol dire lavare le macchie dell'anima con il
Sangue del Redentore, ponendo come condizione il vero pentimento e la vera
risoluzione di vita migliore.
Ma quando ci si limita ad una fredda e sistematica
narrazione delle proprie colpe al Sacerdote, senza dispiacere di avere offeso
Dio e senza ferma volontà di correggersi, quale vantaggio ne viene all'anima?
Quali frutti potrà apportare la Comunione che segue una simile Confessione?
Per la poca diligenza che si ha nel confessarsi, tanti
restano tiepidi e ricadono con facilità nelle stesse colpe.
Chi si confessa con le dovute disposizioni, rende l'anima
sua bella, luminosa agli occhi di Dio e quando si accosta alla Comunione,
diviene l'incanto di Gesù Eucaristico.
Presentarsi belli spiritualmente a Gesù Sacramentato! Sia
questa la santa ambizione di ogni fedele!
Quanta cura, tempo e spese per apparire belli agli occhi
degli uomini! E perchè non avere almeno la stessa sollecititudine per
presentarsi inappuntabili allo Sposo Divino, Gesù Sacramentato?
Gesù vuol riflettere la sua Immagine Divina nell'anima
che si comunica e, se questa è tenebrosa o macchiettata, non può vedere il suo
bel riflesso.
LA STORIA DICE...
Si racconta che lo Scià di Persia bandì un concorso tra
gli artisti dei suoi domini e li convocò nella capitale. Si trattava di
ritrarre il volto del re.
Giunsero gli indù con smaglianti colori, quindi gli
Armeni con creta di qualità speciale, gli Egiziani con scalpelli e ceselli mai
visti, con bei blocchi di marmo.
Infine si presentarono i Greci, avendo con sè
semplicemente un sacchetto di polvere.
Ogni delegazione artistica venne rinchiusa per diverse
settimane nelle sale del palazzo reale. Finito il lavoro, andò il re ad
osservare tutto.
Gli piacquero i quadri dagli Indù, come pure le statute
degli Armeni e degli Egiziani. Il suo volto era stato riprodotto discetamente
bene.
Entrato nella sala dei Greci, dapprima rimase colpito,
vedendola senza quadri e senza statue, sgombra di tutto; ma subito esclamò;
Oh!...A voi Greci il premio del concorso! -
Cosa era avvenuto?
Le pareti della sala erano di marmo fine. Gli artisti
Greci avevano strofinato e levigato il marmo con la loro finissima polvere, da
renderlo terso come uno specchio, in modo che, quando il re guardò una parete,
potè vedere il suo volto perfettamente riflesso e potè dire: Non è possibile
meglio di così!
Gesù è l'Immagine Vivente del Padre Celeste e vuol
riflettersi sull'anima che si comunica; più la vede simile a Sè e più è
glorificato.
Quanto doveva essere glorificato Gesù, allorchè l'Ostia
Consacrata era ricevuta da Santa Teresina!
L'anima di questa Santa era come un cristallo, semplice,
candida, umile e pura ed allora Gesù poteva riflettere su di essa il suo volto.
La Provvidenza permise che la Santa portasse due nomi: di
"Gesù Bambino" e del "Volto Santo".
Come può Gesù riflettersi su certe anime oscure ad
imbrattate di tante piccole macchie?
PREPARAZIONE PROSSIMA
Quando c'è una discreta preparazione remota, è facile la
prossima, cioè quella che si suole fare da che si entra in Chiesa sino all'atto
della Comunione.
Basta allora seguire liturgicamente la Messa,
immedesimandosi delle parti principali, e permettere alla Comunione un sentito
atto di umiltà e d'amore, dicendo più col cuore che con le labbra: Signore, io
non sono degno di partecipare alla tua Mensa; ma di' soltanto una parola ed io
sarò salvato!-
Nella preparazione prossima non dimentichino le donne di
controllarsi se siano vestite decentemente e se abbiano il capo coperto.
Non è lodevole l'andazzo di quelle donne che si accostano
all'Altare a capo scoperto; le anime dozzinali non danno a ciò la dovuta
importanza. E' una prescrizione ecclesiale. Ma la prescizione è prescrizione;
solo allora potrà cessare, quando il Papa disporrà diversamente; il che ancora
non è stato fatto.
La delicatezza verso Gesù Sacramentato non è mai troppa.
PRATICA MENSILE
Accostarsi alla Comunione in abito decente e con l'anima
più pura che sia possibile, pensando che Colui che si riceve è il Re
dell'Eterna Gloria, l'Immortale nei secoli.
LUGLIO
INTIMITA' DIVINA
FORTUNATI NOI!
Prima della Comunione Dio è con noi; ricevuta l'Ostia
Consacrata, Dio è entro di noi.
Bella la scena della grotta di Betlem! I pastori poterono
vedere, toccare e baciare le sacre membra del Bambino Gesù; lo stesso fecero i
Magi.
La Madonna e San Giuseppe con più diritto e con più
espansività d'amore stavano a contatto diretto con Gesù.
Può esserci sorte uguale a questa?
Si; ed ancora più grande!
Chi si comunica può fare ciò che non potevano fare nè i
pastori ed i Magi e nè la Vergine Madre, perchè può realmente mangiare il Corpo
intiero del Figlio di Dio.
Certe madri, nell'impeto d'amore verso il neonato,
esclamano: Ti mangerei! -
Lo desidererebbero, ma non possono farlo; devono
contentarsi solo di baciarlo.
ZACCHEO
"Gesù entrato in Gerico, attraversava la città.
Quand'ecco un uomo, chiamato Zaccheo, che era capo dei pubblicani e ricco,
cercava di conoscere di vista Gesù, ma non ci riusciva, essendo piccolo di
statura.
Allora corse avanti e montò sopra un albero di sicomoro
per vederlo, poichè doveva passare di lì.
Quando Gesù arrivò in quel luogo, alzati gli occhi, lo
vide e gli disse: Zaccheo, scendi presto, poichè oggi devo fermarmi in casa
tua.-
Ed egli scese in fretta e l'accolse con gioia. Veduto
ciò, tutti mormoravano, dicendo: E' andato ad albergare in casa di un
peccatore.
Ma Zaccheo, presentandosi al Signore, disse: Ecco, o
Signore, la metà dei miei beni la dò ai poveri e, se ho frodato qualcuno, gli
rendo il quadruplo!
E Gesù disse: Oggi in questa casa è venuta la salvezza,
perchè pure lui è figlio di Abramo. Infatti il Figlio dell'Uomo è venuto a
cercare e salvare ciò che era perduto" (Luca, XIX-1).
Indescivibile la gioia di Zaccheo, quando sentì dirsi da
Gesù: Oggi verrò e mi fermerò in casa tua!
Era un pubblico peccatore, ma alla vicinanza con Gesù gli
si accese l amente ed il cuore di fede e di amore.
Riconobbe i suoi peccati, li detestò, promise seriamente
di riparare, dando quattro volte in più a chi aveva frodato.
Gesù vide la sincerità del pentimento di Zaccheo e disse:
Oggi in questa casa è venuta la salvezza!
Sumere l'Ostia Consacrata ed inghiottirla è più che
ricevere Gesù in casa, come lo ricevette Zaccheo.
Chi si appresta alla Sacra Mensa, appena è a contatto con
le Specie Eucaristiche, è bene che faccia suoi i sentimenti di Zaccheo:
svegliare la fede, accendersi d'amore, riconoscere le proprie colpe, detestare
il male operato e più che tutto promettere di ripararlo, se sarà il caso,
mutando vita.
Quando l'anima si comunica con questi sentimenti, Gesù
può dire: Sono contento! Oggi in qust'anima è venuta la salvezza!
LA MADDALENA
Una donna, tratteggiata sovente nel Vangelo, è Maria
Maddalena.
"Uno dei Farisei pegò Gesù di andare a desinare con
lui; ed entrato nella casa del Fariseo, si mise a tavola. Ed ecco, una donna,
che era peccatrice nella città, appena seppe che Egli era a mangiare a casa del
Fariseo, portò un alabastro di unguento e, stando ai piedi di Lui, di dietro,
con le lacrime cominciò a bagnarne i piedi e con i capelli del suo capo li
asciugava e li baciava e li ungeva di unguento." (Luca, VII-36)
Facendo ciò, la donna intendeva riparare la sua vita di
peccato e dimostrava a Gesù il suo grande amore. In questo tratto del Vangelo
non è registrata alcuna parola della Maddalena; agiva e taceva.
Ancora una scena evangelica.
"Gesù, seguitando la via, entrò in un villaggio,
dove una donna, chiamata Marta, lo ricevette in casa sua. Costei aveva una
sorella, chiamata Maria, la quale, postasi a sedere ai piedi del Signore, ne
ascoltava la parola.
Marta intanto si affannava tra molte faccende e si
presentò a dire: Signore, non t'importa che la mia sorella mi lasci sola a
servire? Dille dunque di aiutarmi! -
Ma il Signore le rispose: Marta, Marta, ti affanni e
t'inquieti di molte cose; eppure una sola cosa è necessaria. Maria si è scelta
la parte migliore, che non le sarà tolta" (Luca, X-38)
Frattanto Maria non parlava; soltanto ascoltava Gesù.
Eppure, sebbene silenziosa, amava tanto!
Anche ai piedi della Croce Maria Maddalena piangeva ed
amava, ma stava silenziosa.
COLLOQUIO SILENZIOSO
Ricevuta la Comunione e ritornati al proprio posto, si
imiti la condotta della Maddalena.
Bisogna sapersi intrattenere con Gesù, appena sia entrato
nel nostro cuore. Gesù non ha bisogno di molte parole per comprenderci; Egli
scruta i cuori, penetra la mente umana ed apprezza i sentimenti sinceri e gli
atti di volontà.
Il trattenimento con Gesù nel cuore di faccia, più che
leggendo libri e recitando preghiere, parlandogli cuore a cuore.
Ma chi si comunica con frequenza, impari a dare libero
sfogo ai sentimenti, aprlando a Gesù col pensiero e col cuore.
Le preghiere più eccellenti non sono quelle scritte sui
libri, ma quelle che sgorgano spontaneamente nell'anima; queste sono le più
fervorose e le più proficue.
Ci si fermi a considerare la grandezza di Dio e la
propria piccolezza, l'amore che il Signore ci porta e la nostra poca
corrispondenza e le amarezze che abbiamo procurate a Gesù.
Si adori Gesù nel cuore, invitando la Madonna, l'Angelo
Custode e la Corte Celeste ad adorare con noi e per noi.
Si domandino grazie spirituali ed allora facilmente
saranno accordate anche le temporali, se entrano nella volontà di Dio.
Gesù Eucaristico nel nostro cuore!...Come sono preziosi
quei momenti, per noi e per i nostri fratelli! La cassaforte divina, per dire
così, è a nostra disposizione. Presentiamo allora a Gesù Misericordioso le
anime dei defunti, gli agonizzanti del giorno, i peccatori ostinati e i bisogni
della Santa Chiesa.
Affidiamo a Gesù i nostri affari, gli affanni e quello
che ci assilla di più.
Per dire a Gesù molte cose con il pensiero, non si
richiede troppo tempo.
ASCOLTARE GESU'
La Maddalena stava ai pedi di Gesù, quando l'ebbe a casa
sua; non parlava con la bocca, ma nel suo intimo; però dice il Vangelo,
ascoltava cià che Gesù diceva.
Gesù, entrato in noi, parla. A certe anime straordinarie
talvolta parla sensibilmente, come parlava a Santa Caterina da Siena, a Santa
Teresa d'Avila ed a Santa Gemma. Ma d'ordinario parla a tutti, in modo
misterioso, con le divine ispirazioni, suscitando risoluzioni di vita migliore,
rimproverando dolcemente, confortando, dando luce particolare sulla via del
bene e sull'apostolato da compiere.
Gesù parla piano e per sentirlo e comprenderlo occorre
raccogliemento ed attenzione.
Quanti, che sanno intrattenersi con Gesù dopo la
Comunione, si sentono rinnovati nello spirito, diposti al sacrificio e pieni di
zelo e di santa gioia!
Altri invece restano indifferenti e non sanno cosa dire e
cosa chiedere a Gesù; sono sterili, come alberi quasi secchi.
Come è doverosa la preparazione Comunione, così è il
ringraziamento, il quale non deve ridursi a pochi minuti, ma protrarsi nel
resto della giornata.
Il ringraziamento lungo il giorno è da farsi con la
santità delle opere e con l'unione con Dio.
PRATICA MENSILE
Santificare in particolare l'ora più preziosa della
giornata, che è quella che segue la Comunione.
AGOSTO
IL TABERNACOLO
L'ARCA SANTA
Nell'Antico Testamento era in grande venerazione l'Arca
Santa.
Nel Secondo Libro dei Re (VI-1) è detto:
"Davide, radunati di nuovo gli uomini scelti
d'Israele in numero di trentamila, si mosse ed andò con tutta la gente che era
con lui, della Tribù di Giuda, per trasportare l'Arca di Dio, sulla quale è
invocato il nome del Signore degli eserciti, che sopra di essa siede tra i
Cherubini.
Posta l'Arca di Dio sopra un carro nuovo, la portarono
via dalla casa di Abinadab, che era in Gabaa. Oza ed Ahio, figli di Abinadab,
conducevano il carro nuovo.
La portarono dunque dalla casa di Abinadab, che era in
Gabaa, e, custodendo l'Arca di Dio, Ahio andava innanzi all'Arca. Davide e
tutto Israele danzavano, suonando dinanzi al Signore ogni specie di strumenti
di legno, cetre, lire, timpani, sistri e cembali.
Ora, quando giunsero all'aia di Nac on, Oza stese la mano
all'Arca di Dio e la sorresse, perchè i buoi recalcitrando l'avevano fatta
piegare.
Ma il Signore arse di sdegno contro Oza e lo percosse per
la sua temerità ed Oza morì lì, presso l'Arca di Dio.
Davide si rattristò perchè il Signore aveva percosso Oza;
quel luogo sino ad oggi si chiama "Castigo di Oza".
Davide temette molto il Signore in quel giorno e disse:
Come può essere che venga presso di me l'Arca del Signore? - E non volle che
l'Arca del Signore andasse presso di lui nella Città di Davide, ma la fece
portare nella casa di Obededom per tre mesi ed il Signore benedisse Obededom e
tutta la sua casa.
Avendo Davide risaputo che il Signore aveva benedetto
Obededom e tute le cose a motivo dell'Arca di Dio, andò e trasportò con festa
l'Arca di Dio dalla casa di Obededom nella città di Davide.
Davide aveva con sè sette cori ed un vitello da immolare;
come ebbero fatto sei passi quelli che portavano l'Arca del Signore, immolò un
bue ed un montone.
Davide danzava con tutte le sue forze dinanzi al Signore
ed era cinto di un afod di lino. Davide e tutta la casa di Israele conducevano
l'Arca dell'Alleanza con grida di gioia e suoni di trombe".
CONFRONTO
Cosa era l'Arca dell'Alleanza, di cui ora si è fatto
cenno?
Era una grande cassa, chiamata dell'Alleanza, perchè
ricordava agli Israeliti il Paddo di Dio col Patriarca Abramo. Dentro l'Arca
stavano le Tavole della Legge, che Mosè aveva ricevute sul monte Sinai; vi
stava pure la Verga di Aronne ed il Serpente di bronzo, che Dio stesso aveva
fatto innalzare nel deserto, quando ci fu il castigo dei serpenti velenosi.
Le cose che l'Arca conteneva erano semplicemente
materiali; di sacro avevano solo questo: il Signore si era servito di esse per
manifestare la sua volontà e per operare prodigi.
Gli ebrei avevano un culto eccezionale all'Arca del
Signore; la guardavano con rispetto, la custodivano gelosamente e la metetvano
fuori nei momenti di grave pericolo.
Nel Nuovo Testamento abbiamo una Arca molto più
eccellente; abbiamo il Tabernacolo.
Tabernacoli erano chiamate le tende, ove dimoravano gli
Ebrei durante il viaggio dall'Egitto in Palestina. Nei secoli seguenti gli
Ebrei, per ricordare il fatto storico del deserto, celebravano con solennità
religiosa la Festa dei Tabernacoli.
La Santa Chiesa dà il nome di tabernacolo alla piccola
casetta, ove dimora perennemente Gesù Sacramentato.
La differenza tra l'Arca Santa ed il Tabernacolo di Gesù
Eucaristico è più di quella che passa tra una foto e la persona vivente.
RIFLESSIONI
L'episodio sopra narrato si presta a degli
ammaestramenti.
Dio è Dio geloso; la sua gloria non la dà ad alcuno; ci
sta al suo onore, perchè è Verità ed è il Tutto.
Oza era laico e la Legge proibiva ai laici di toccare
l'Arca Santa. Il povero uomo la toccò quasi istintivamente, visto che
vacillava; ma il Signore, per dare al suo popolo un grande insegnamento, colpì
Oza di morte improvvisa.
Con quanta trepidazione e rispetto ci si dovrebbe
avvicinare al Santo Tabernacolo, riflettendo a Chi vi sta dentro!
Il re Davide si riconosceva indegno di tenere l'Arca
presso di sè nella reggia e, quando doveva starle vicino, ad esempio, in un
eventuale trasporto, prima di tutto deponeva gli abiti regali in segno di
umiltà.
Era un re santo, si trattava di stare vicino ad oggetti
sacri, eppure quanta delicatezza e timore!
Come dovrebbero comportarsi i fedeli in Chiesa, pensando
che ivi sta il Tabernacolo del Dio Vivente?
Il Signore benedisse Ebededom, la sua famiglia ed i suoi
affari, in compenso dell'ospitalità data all'Arca Santa.
Quale benedizione non dà il Signore al Tempio, ov'è il
Santo Tabernacolo, a quelli ch eprestano la loro opera nel Tempio ed a quanti
mirano il Tabernacolo ed adorano Colui che vi dimora?
PREZIOSITA'
Attorno all'Arca Santa erano collocati dei Cherubini,
cioè statue di metallo prezioso, raffiguranti questo Coro Angelico.
Anche il Tabernacolo è circondato di Angeli; essi sono
invisibili perchè Puri Spiriti, ma sono viventi e fanno la Corte Celeste, notte
e giorno, a Gesù Sacramentato.
All'occhio della fede, quale tesoro è un semplice
Tabernacolo, per quanto umile e disadorno!
Sulla terra ci sono delle bellezze e delle preziosità,
sebbene relative, quali sarebbero: le ville in fiore, le opere artistiche, le
perle nel fondo dei mari, i filoni di oro e di platino nelle miniere.
Ma quanto di bello e di prezioso è sulla terra, tutto è
nulla davanti alla bellezza ed alla preziosità del Tabernacolo del più sperduto
paesello.
La terra e quanto essa contiene è materiale, frutto della
crezione; ma quello che il Tabernacolo contiene è Divino, è il Creatore in
persona, è Colui che ha tratto l'universo dal nulla.
CONSTATAZIONE DOLOROSA
La Chiesa è aperta ai fedeli, anche fuori del tempo delle
sacre funzioni. Vi entrano tanti lungo il giorno e per diversi motivi.
Ecco entrare quattro visitatori! Sono turisti e cultori
dell'arte. Osservano con interesse l'intonatura architettonica, i quadri, le
statue, qualche ricordo storico; non tralasciano nulla che possa interessarli.
Quello che loro meno interessa è il Tabernacolo e perciò vi passano davanti
senza sostare e sanza fare alcun segno religiso.
Sono ciechi, senza luce della fede e dimostrano di non
comprendere nulla di Dio e delle cose sante.
Entra poi una donna col bimbo in braccio; è triste e
sconvolta. Di filato va ad inginocchiarsi davanti al primo Altare che le
capita; prega a lungo e poi va via.
O donna, ignorante di Religione, tu hai bisogno di Dio,
della sua assistenza nell'ora grave che attraversi, preghi per implorare grazia
e non vai a pregare davanti al Tabernacolo, anzi neppure volgi il pensiero a
Gesù Sacramentato!
E' già troppo per te se abbozzi un inchino o una mezza
genuflessione. Ti rivolgi a uesto o a quel Santo e trascuri il Santo dei Santi,
l'Emmanuele, Gesù nel Tabernacolo! E' Lui l'Oceano delle grazie ed è a Lui che
devi fare prima di tutto la tua supplica!
Altri entrano nel Tempio o per accendere una candela ad
onore di un Santo, o per parlare al Parroco, o per eseguìre qualche
commissione. Ma quanti sono quelli che, in simili circostanze, si fermano un
solo istante ad adororare Gesù nel Tabernacolo o che fanno una devota
genuflessione, quale espressione di fede?
Il Tabernacolo è poco aprrezzato, mentre è il cuore della
Casa di Dio.
PRATICA MENSILE
Tenere il tabernacolo nella massima stima; non passarvi
dinnanzi senza fare una devota genuflessione; non uscire dalla Chiesa senza
avere rivolta qualche preghiera a Gesù nel tabernacolo.
SETTEMBRE
VISITA A GESU'
SALOMONE
Il re Salomone ebbe la scienza infusa, in compenso del
maestoso Tempio costruito in onore del vero Dio. Fu l'uomo più sapiente del
mondo; il Signore stesso l'affermò:
"Ti ho dato un cuore così saggio ed intelligente,
che uno simile a te non c'è mai stato, nè mai ci sarà dopo di te" (III-
Re, III-12)
La fama della sua sapienza preso oltrepassò i limiti del
suo regno ed ovunque se ne parlava.
"La regina di Saba, avendo udita la fama di
Salomone, nel nome del Signore, andò a fare prova di lui con problemi
difficili.
Entrata a Gerusalemme con grande seguito e ricchezze di
cammelli, che portavano aromi ed oro in immensa quantità e gemme preziose, si
presentò al re Salomone e gli disse tutto ciò che aveva in cuore. Salomone
rispose a tutti i suoi problemi; non ce ne fu uno che non fosse ben conosciuto
dal re e che restasse senza risposta.
Quando la regina di Saba ebbe veduta tutta la sapienza di
Salomone, la Casa di Dio da lui edificata, i cibi della sua mensa, gli
appartamenti dei suoi servi, gli ordini e le vesti dei ministri, i coppieri,
gli olocausti che egli offriva nella Casa del Signore, restò senza fiato e
disse al re:
E' dunque vero ciò che avevo sentito dire al mio paese
dei tuoi ragionamenti e della tua sapienza. Io non credevo a che me ne parlava,
prima che venissi a vedere coi miei propri occhi. Ma ora io riconosco che non
mi hanno detto neppure la metà. La tua sapienza e le tue opere sorpassano la
fama che ne avevo udita. Beata la tua gente e beati i tuoi servi, che stanno
sempre dinnanzi a te ad ascoltare la tua sapienza! Sia benedetto il Signore, Dio
tuo, che, essendosi in te compiaciuto, ti ha posto sul trono d'Israele! (III
Re, X-1).
E' PIU' DI SALOMONE!
Un giorno a Gesù, attorniato dalla folla, fu chiesto un
segno, cioè un miracolo particolare, ed Egli rispose:
"Questa generazione è malvagia; chiede un segno e
non le sarà dato che il segno di Giona Profeta. Infatti, come Giona fu un segno
per i Niniviti, così anche il Figlio dell'uomo saràò per questa generazione. La
regina del Mezzodì (Saba) sorgerà nel giorno del Giudizio contro gli uomini di
questa generazione e li condannerà, perchè venne dagli estremi confini della
terra per udire la sapienza di Salomone...ed ecco qui "Uno" che è da
più di Salomone" (Luca, XI-29).
Gesù Sacramentato ripete oggi al mondo: Qui, nel
Tabernacolo, c'è "Uno" che è da più di Salomone. Se si accorreva a
lui da lontano per visitarlo, perchè non accorrere a me per visitarmi
Sacramentato? Salomone era un re terreno; io sono l'Eterno Re, il Re dei re.
Gesù Sacramentato è rimasto con noi, non soltanto per
essere Cibo Celeste, ma pure per essere visitato e ricevere adorazione e
suppliche.
Quanto è preziosa una visita a Gesù Eucaristia!
CONFRONTI
Un tale ottiene un'Udienza Pontificia e può fare una
visita al Papa. Potrebbe dire: Questa è la visita più importante che possa farsi
nel mondo, essendo il Papa la più grande autorità.
Un altro, pieno di fede, va in pellegrinaggio a Lourdes;
ritornato, potrebbe dire: Sono stato a trovare la Madonnina; ho pregato ai suoi
piedi. Non può esserci visita più dolce e più preziosa!
Eppure c'è una visita, davanti alla quale è ben poca cosa
quella del Papa e della Madonna di Lourdes! E' la visita al Santissimo
Sacramento... però se si fa con fede.
Chi va a trovare il Sommo Pontefice, visita un uomo,
rivestito di somma dignità, Vicario di Gesù Cristo sulla terra, ma sempre uomo.
Chi va a Lourdes, visita il sacro luogo delle apparizioni, ove aleggia lo
spirito della Vergine Madre. Ella è la più eccelsa delle creature, ma sempre è
creatura.
Invece chi va ai piedi del Tabernacolo, visita Gesù, davanti
al quale piegano le ginocchia le potenze celesti, terrestri ed infernali;
visita quello stesso Gesù che la Madonna concepì e generò, che spirò sulla
Croce e risuscitò da morte.
Compresero ciò i Santi e lo comprendono le anime amanti
di Gesù Eucaristico.
I cattivi e gl'indifferenti trovano le delizie nelle case
dei peccatori, cioè nei ritrovi mondani; ma le anime eucaristiche che si
deliziano ai piedi del Tabernacolo e non lesinano il tempo impiegato nei divini
colloqui.
Quale differenza tra quelli che rincasano dopo avere
visitate certe persone o avere assistito a certi spettacoli e quelli che
rincasano dopouna fervorosa visita a Gesù Sacramentato!
I primi ritornano stanchi, col cuore vuoto e forse col
rimorso; i secondi sono sereni, con la pace nel cuore e col balsamo sulle loro
ferite mortali.
Gesù non lascia andare a mani vuote chi va a trovarlo con
fede.
COME FARE LA VISITA
Vista l'importanza della visita al Tabernacolo, è bene
conoscere il modo di intrattenersi con Gesù.
Taluni hanno bisogno del libro per parlare a Gesù. Non
mancano i libri di Ore Sante e di Colloqui Eucaristici. Ma chi ne è capace,
stia davanti al Tabernacolo in devoto raccoglimento, in silenzio, esprimendo
col pensiero i sentimenti del cuore.
Si parli a Gesù con spontaneità e semplicità, come il
bambino parla al babbo ed alla mamma.
Per non vagare nelle distrazioni e nei vari pensieri, è
bene dare un'intonazione particolare ad ogni visita eucaristica.
L'intonazione di cui si parla sarebbe come il tema o il
fine principale della visita stessa.
Si sappiano scegliere questi temi, secondo i vari bisogni
dell'anima o secondo il tempo liturgico.
Si presentano alcune intenzioni:
Riparare i peccati propri e della famiglia o della
propria città; pregare per le anime del purgatorio o per i moribondi della
giornata; ottenere forza e generosità alle Persone Consacrate; implorare
pazienza e rassegnazione per gli ammalati; pregare per i peccatori ostinati;
meditare sulla Passione di Gesù...
Si espone la prima intenzione, che serva di esempio.
Nell'ora in cui il Tempio è quasi deserto, un'anima
fervente s'inginocchia ai piedi dell'Altare, ov'è Gesù in Sacramento.
Così esprime i suoi sentimenti:
Gesù Eucaristico, credo in te, ti amo, ti adoro e ti
benedico per me e per tutti gli altri! Nel tuo Sacramento d'amore sei
solitario; sei qui abbandonato, come se non esistessi. Voglio tenerti un po' di
compagnia ed unisco i miei sentimenti a quelli della Corte Celeste.
Quante cose, Signore, vorrei dirti! Ma tu sai tutto.
Oggi sono vicino a te; ma un tempo l'anima mia ne era
lontana e talvolta staccata del tutto. Quanti peccati nella mia vita! Quanto
bene ho tralasciato per pigrizia! Quanti peccati avranno commesso gli altri per
colpa mia! Gesù mio, tu sei buono; perdona e dimentica!
Tu sai, o Signore, che i miei cari sono spine acute al
tuo Cuore. A casa mia si prega poco, anzi c'è chi tralascia la Messa festiva e
chi bestemmia. Pietà di loro e di me!
Ed in questa città, o Gesù mio, quanti peccati si fanno!
Chi non pensa a te, chi dà scandalo, chi ti combatte.
O Signore, lascia scendere il tuo Divin Sangue su noi
povere anime, per perdonarci e purificarci!
Pietà dei figli traviati sparsi per il mondo! Consola il
tuo Cuore afflitto!
Per noi sei morto in Croce; attira a te tutte le anime,
almeno nell'ora della morte!
Esposti questi o simili sentimenti, si stia un po' in
raccoglimento.
PRATICA MENSILE
Trovare il tempo per fare qualche visita al Tabernacolo,
specie nelle ore in cui Gesù è più solitario.
OTTOBRE
LA CARITA'
I DUE COMANDAMENTI
Un Dottore della Legge disse a Gesù per tentarlo:
"Maestro, qual è il maggiore comandamento della Legge?
Gesù gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il
tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la tua mente. Questo è il massimo e
il primo comandamento. Il secondo è simile a questo: Amerai il prossimo tuo
come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge ed i
Profeti". (Matteo XXII-36).
La dottrina di Gesù Cristo è fondata sulla carità, cioè
sull'Amore di Dio e del prossimo, e l'Eucaristia ne è il centro.
Il Divin Maestro insegnava con le parole e con le opere.
Richiamiano alla mente l'episodio evangelico, che illustra bellamente questa
verità.
SCENA SIMBOLICA.
Prima della festa di Pasqua, sapendo Gesù che era venuta
la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano
nel mondo, li amò sino alla fine.
E, fatta la Cena, avendo il diavolo già messo in cuore a
Giuda di Simone Iscariote di tradirlo, sapendo che il Padre gli aveva dato
tutto nelle mani e come, venuto da Dio, a Dio ritornava, si alzò da tavola,
depose la veste e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi, versata dell'acqua
in un catino, cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con lo
asciugatoio, di cui era cinto.
Venne dunque a Simon Pietro. E Pietro gli disse: Signore,
tu lavarmi i piedi? Gli rispose Gesù: Quello che io faccio, tu ora non lo
comprendi, ma lo saprai in avvenire.
E Pietro: Tu non mi laverai i piedi in eterno!
Gesù gli rispose: Se non ti laverò, non avrai parte con
me.
- Allora, Signore, esclamò Simone, non soltanto i piedi,
ma anche le mani ed il capo! -
E Gesù gli replicò: Chi è lavato, non ha bisogno che di
lavarsi i piedi per essere tutto puro. E voi siete puri, ma non tutti...
Sapeva bene chi l'avrebbe tradito; per questo disse: Non
siete tutti puri. Dunque, dopo aver lavato loro i piedi, riprese le sue vesti
e, rimessosi a mensa, disse loro:
Comprendete quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate
Maestro e Signore e dite bene, perchè lo sono. Se dunque vi ho lavato i piedi
io, Maestro e Signore, dovete anche voi lavarvi i piedi l'un l'altro. Infatti
io vi ho dato l'esempio, afïnchè come ho fatto io, facciate anche voi. In
verità, in verità vi dico: Non c'è servo maggiore del suo padrone, né apostolo
di più di chi l'ha mandato.
Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in
pratica. (Giovanni, XIII
- In questa narrazione dettagliata l'Evangelista fa
notare che la lavanda dei piedi avvenne dopo fatta la Cena. Sappiamo che
durante questa Cena Gesù consacrò il pane ed il vino.
Tanto nell' Istituzione Eucaristica, quanto nella lavanda
dei piedi si rileva il comandamento della carità nel suo duplice aspetto: amore
di Dio e amore del prossimo; e cioè, l'amore immenso di Dio verso di noi ed il
grande amore che da noi Egli richiede; come pure si rileva l'amore del
prossimo, che ci rende servi del nostro simile, disponendoci ad aiutarlo sino a
lavargli i piedi.
Dio è con noi nell'Eucaristia ed è con noi nel nostro
prossimo.
Il prossimo non è Dio, ma è immagine di Dio; non è però
una semplice immagine decorativa, ma rappresenta al vivo lo stesso Gesù, il
quale disse: « Quello che avete fatto al minimo di questi miei fratelli,
l'avete fatto a me ». (Matteo, XXV - 40).
Dato che Gesù è nel prossimo, dobbiamo essere cauti e
delicati verso coloro coi quali abbiamo da trattare.
Come amare
Il Divin Maestro c'insegna come amare il prossimo: amarlo
come noi stessi, anzi amarlo come Egli ha amato noi; ci insegna pure in che
consista l'amore di Dio:
« Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi.
Perseverate nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, persevererete
nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel
suo amore. Vi ho detto questo affinché in voi dimori la mia gioia e la vostra
gioia sia perfetta.
Il comandamento mio è questo: che vi amiate
scambievolmente come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di colui che
dà la vita per i suoi amici.
Voi sarete miei amici, se farete quello che vi comando...
Questo vi comando: amarvi scambievolmente ». (Giovanni, XV - 9...)
L'Apostolo prediletto
Questi insegnamenti divini furono ben compresi
dall'Apostolo prediletto di Gesù, San Giovanni Evangelista, il quale ebbe la
sorte di poggiare nell'ultima Cena il capo sul petto di Gesù e riposarsi quale
bimbo sul petto materno.
San Giovanni è detto l'Apostolo della carità, o
dell'amore; Gesù lo amava più degli altri Apostoli e, morendo sulla Croce, gli
affidò la sua Addolorata Madre, perchè la tenesse presso di sé.
Di certo giova conoscere il commento che fa questo grande
Apostolo al comando di Gesù sulla carità; le sue parole sono contenute nei
libri della Divina Rivelazione, perchè ispirate dallo Spirito Santo.
San Giovanni dimorava ad Efeso con la Madonna. Da questa
città mandò una lettera a tutta la Cristianità, lettera che si leggeva con
grande rispetto nelle assemblee delle varie Chiese. Se ne riportano dei brevi
tratti:
« Figliuoli miei, vi scrivo queste cose affinchè non
pecchiate... Chi dice di conoscere Gesù Cristo e non osserva i suoi
comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la parola di
Dio, in lui veramente è perfetta la carità di Dio; da questo sappiamo di essere
in Lui. Chi dice di stare in Lui, deve vivere come Gesù è vissuto...
Chi dice di essere nella luce ed odia il proprio
fratello, è tuttora nelle tenebre. Chi ama il proprio fratello, dimora nella
luce ed in lui non vi è scandalo. Ma chi odia il proprio fratello, è nelle
tenebre e non sa dove vada, perchè le tenebre hanno acciecati i suoi occhi...
Carissimi, amiamoci l'un l'altro, perché la carità viene
da Dio... Se Dio ci ha amato tanto, anche noi dobbiamo amarci a vicenda... Se
uno dirà: Io amo Dio ed odia il fratello, egli è un bugiardo, perché chi non
ama il fratello che vede, come può amare Dio che non vede? Ecco il comandamento
che abbiamo ricevuto da Dio: Chi ama Dio, ami anche il proprio fratello ».
(Giovanni, Ia Lettera).
San Girolamo, Dottore di Santa Chiesa, commentando gli
Scrittori Ecclesiastici, nei riguardi di S. Giovanni scrive:
« Giovanni Evangeilsta era giunto alla estrema
vecchiezza, oltre i cento anni. Non poteva andare in Chiesa; ci riusciva a
stento, sorretto dai suoi discepoli. Non poteva fare lunghi discorsi e si
limitava a dire: Figliuoli miei, amatevi l'un l'altro!
Gli uditori, stanchi di sentire sempre queste parole, se
ne lamentarono e gli chiesero: Maestro, perchè dici sempre la stessa cosa?
La risposta fu degna del Discepolo prediletto di Gesù:
Questo è il comandamento del Signore e se si osserva solo questo, è sufficiente
».
Per essere in armonia con Dio osserviamo bene il comando
della carità. La nostra carità verso il prossimo sia ravvivata dalla fede,
pensando che Gesù ritiene fatto a sé ciò che facciamo agli altri.
Occorreva fede agli Ebrei per vedere nel Fabbro di
Nazareth il Figlio di Dio. Occorre fede nell'adorare l'Ostia Consacrata,
vedendo sotto i Veli Eucaristici la Seconda Persona Divina. Occorre pure fede
per vedere Gesù Cristo nella persona del prossimo.
PRATICA MENSILE
Perfezionarci nella carità, pensando bene degli altri,
non parlandone male, soccorrendo i bisognosi, pregando per chi ci perseguita e
facendo bene a chi ci fa del male.
NOVEMBRE
BALSAMO DELLA VITA
Catena d'oro
La carità è balsamo della vita, sorgente di pace e di
gioia.
Fra tutte le cose terrene e mortali, nulla di più gradito
si sente esaltare, nulla di più desiderabile è invocato, nulla può trovarsi di
meglio che la pace.
Come c'è la moneta falsa, cosa c'è la pace falsa. Solo in
Dio può trovarsi la pace vera, che supera ogni gioia terrena. Gesù l'afferma: «
Vi lascio la mia pace; vi dò la mia pace; ve la dò non come quella che dà il
mondo » (Giovanni, XVI - 27).
L'anima, quando vive in unione con Dio e con il prossimo,
si trova nella vera pace.
Questa pace deve conquistarsi attraverso l'amore di Dio e
del prossimo; così soltanto si raggiunge la vera gioia e si rimane nella vita
divina.
La vera pace ed il vero gaudio si sintetizzano nel
balsamo dell'amore.
Un cuore imbalsamato dal santo amore quanti sorrisi può
strappare a tante anime amareggiate e straziate dal cumulo delle miserie della
vita e da malattie incurabili, anime poste nell'abbandono, nell'umiliazione e
nell'incomprensione anche da persone forse più intime della famiglia!
Un cuore traboccante d'amore divino è il balsamo della
vita di chi geme e di chi si trova nell'ambascia più triste.
Un cuore addolcito dal contatto divino sarà al suo
prossimo sofferente il balsamo, mediante gl'incontri di carità squisita, con la
dolcezza e con il sorriso sulle labbra; saprà dilatare le tenebre di chi si
trova avvolto nel mare tempestoso della vita scabrosa e toccata dal dolore.
Santa Teresina aveva il cuore pieno di Dio; malgrado le continue e forti
sofferenze aveva sempre il sorriso sulle labbra. Chi la guardava, ne provava
santa invidia e si sentiva risollevato nello spirito.
Le preferenze di Dio sulla terra furono e saranno sempre
per le anime tribolate, per quelle che soffrono e per quelle che piangono,
perchè riproducono in sé in qualche modo l'immagine del Figlio di Dio
sofferente.
Le anime che vivono in sé la vita di Gesù, sono il balsamo
amoroso dei tribolati e sanno industriarsi per raggiungere chi si trova nel
bisogno o nel baratro della disperazione.
Disinteresse
La carità, di cui spesso si parla nel mondo, non è sempre
la vera carità. La carità portata da Gesù Cristo sulla terra è quella di amare
il prossimo come se stessi, senza alcuno interesse personale, senza minimi
scopi di contraccambio, senza vedute umane, spoglia di tutto e ricca del vero
amore di Dio, affrontando sacrifici, donando se stessi, come si è donato il
Cristo sulla Croce per amore, rinunziando generosamente anche a qualche cosa
che costi.
Hanno questa carità, ad esempio, i Missionari, i quali
sono disposti ad affrontare la morte per i propri fratelli.
Dunque, la carità che vale è quella che costa rinunzie
personali, è la carità donatrice, come la intende nostro Signore e come la
praticano i Santi.
Non ci si illuda! Coloro che credono di amare e servire
Dio, se non esercitano la vera carità, rimangono poveri di meriti e non sono
tanto graditi a Dio.
Esercizio di carità
Ognuno, secondo le proprie condizioni, s'industrii di
essere utile al prossimo nei vari bisogni.
Sono oggetto della vera carità i bisognosi in genere e
gli umiliati. Non si dovrebbe far sentire il peso della loro umiliazione quando
vengono soccorsi. Il merito rimane a coloro che compiono la carità.
Si dovrebbe essere grati a quelli che sono di mezzo per
farci accumulare tesori per la vita eterna.
I ricompensati da Dio sono soltanto gli amministratori
della carità; i bisognosi ne sono gli strumenti.
In conseguenza, i ricchi siano grati ai poveri; chi
visita un ammalato, ringrazi l'ammalato; chi consola un cuore afflitto, sia
riconoscente a chi gli presenta l'occasione di dimostrare a Dio il suo amore.
Possono avere più ricompensa: in Cielo quelli che con
fede e carità hanno cura di un infermo, anziché l'infermo stesso.
In qualunque condizione si può e si deve fare la carità,
sia materiale che spirituale. Si enumerano quattordici specie di carità,
chiamate comunemente « opere di misericordia ». Volendo, poichè spesso la
Provvidenza ci presenta le occasioni di compiere atti di carità, ci si può
arricchire di meriti. Non si ometta di dimostrare a Dio il nostro amore, non
lasciando sfuggire alcuna occasione.
L'ultimo giorno del mondo
Quanti libri religiosi sono in circolazione! Quanti
problemi di fede, e di morale vengono approfonditi! Però non tutti si fermano a
meditare e ad approfondire quanto Gesù stesso ha rivelato e cioè: il giorno del
Giudizio Universale, quanto in detto giorno si verificherà e la sentenza del
Giudice Supremo.
Il Re di tremenda maestà, il Redentore del mondo, assiso
sul suo trono di gloria, circondato dagli Angeli, avrà davanti a Sé tutta
l'umana generazione divisa in due schiere. Sarà quello il giorno dell'Uomo-Dio.
Egli darà la sentenza collettiva alle due schiere, dei
buoni e dei cattivi. Non domanderà se in vita si siano operati miracoli, se si
sia stati rapiti in estasi, se si siano compiute opere meravigliose. L'unica
domanda sarà sulla carità: se si sia praticata questa virtù o se si sia
calpestata.
Se la nostra eternità, felice o infelice, dipende
dall'esercizio della carità, come trascurare gli atti di carità e mancare con
tanta facilità contro questa virtù?
La carità ci sia presente sempre, nella mente e nel
cuore. Sia l'oggetto dei nostri esami di coscienza.
Le virtù che danno le più grandi gioie intime sulla
terra, sono la carità e la purezza, la quale è figlia dell'amore di Dio.
Si ricordi che l'amore, o carità, incomincia da Dio e si
posa sul prossimo.
PRATICA MENSILE
Compiere ogni giorno parecchi atti di carità, pensando
che nel giorno del Giudizio questi atti renderanno più favorevole la nostra
sentenza eterna.
DICEMBRE
CIELO NELL'ANIMA
Cielo mistico
Quale mistero di orizzonti incantevoli ci manifesta la
frase: « Cielo nell'anima»
Come si può avere e godere nell'anima questo Cielo,
mentre si vive sulla terra coperta di tante miserie? Eppure, si può e si
dovrebbe possedere anticipatamente questo Cielo prima che si raggiunga la
eternità.
Dio, posseduto e vissuto dalle anime innamorate di Lui,
con la sua Immensità Divina, è un Cielo anticipato, che si riversa nelle anime
amanti, poichè l'Astro luminoso del Sole Divino, con i suoi raggi d'amore,
infiamma e divinizza l'anima, emanando nel cuore il Cielo dell'amore.
Le stelle splendenti di questo Cielo mistico sono le
virtù sublimi della purezza, del candore, della fede e della carità.
Quando nel cuore vi è scolpito Dio con tutto il suo
dominio, allora si che vi è il Cielo nell'anima e si respira anticipatamente
l'olezzo del Paradiso.
Chi sa vivere la vita eucaristica, vive la vita di Cielo.
Chi vive di purezza, distaccato dalla terra, dalle
soddisfaèioni umane e sensibili, vive la vita di Cielo, quella che vivono gli
Angeli, esenti da corpo.
Il concetto di Cielo indica il respirare aria pura,
ossigeno celeste, il quale irradia nell'anima la vita divina.
L'anima nella trasparenza di Cielo, con la sua condotta
interiore aspira al Cielo eterno e lo addita agli altri.
L'abisso
L'antitesi del Cielo è l'abisso. Nell'eternità, alla
quale tutti inesorabilmente ci avviciniamo ora per ora con la vita terrena che
sfugge, nell'eternità c'è il Cielo della felicità e c'è l'abisso dei tormenti:
il Paradiso e l'inferno.
In questa vita, come le anime amanti di Dio hanno nel
cuore il Cielo o lembo di Paradiso, con la rispettiva pace, così le anime
staccate da Dio, pur anelando alla felicità, hanno nel cuore l'abisso dei
vuoto, del buio e dell'amarezza.
O con Dio o con Satana; o con la felicità nel cuore o con
l'infelicità. Con il libero arbitrio ognuno può scegliere, sia per il tempo che
per l'eternità: o Cielo o abisso.
Precipizi
Le stelle splendenti del Cielo nell'anima, come si è
detto sopra, sono la purezza, la fede e la carità.
I precipizi orrendi dell'abisso, che hanno sede nel cuore
umano, sono l'impurità, l'incredulità e l'egoismo immoderato.
Quale differenza tra gli orizzonti luminosi di un'anima
pura ed i foschi disegni di chi vive e si nutre d'impurità!
Dov'è l'impurità, non splende il Sole Divino; hanno il
loro posto le tenebre. A chi vive nell'immoralità, mancando la Luce Divina,
manca la fede; senza la fede non può aversi la vera carità di Cristo.
Dando uno sguardo al mondo, si rileva che nel cuore delle
masse non splende il Sole Divino, che è Gesù; non c'è la limpidezza del
pensiero e degli affetti; non appare la santità delle opere; e tutto ciò perchè
nel cuore di molti non c'è Cielo, ma abisso.
Come può trovarsi il Cielo nell'anima di quelli che
calpestano ogni legge morale, che non intendono rispettare il sacro vincolo
matrimoniale propugnando il divorzio, che danno scandalo con la parola, con gli
scritti e con la moda smodata?
Questi sventurati o non hanno avuto mai la vera fede o
l'hanno perduta per colpa propria; per lo più il buio nell'anima, con la
scomparsa della fede, è causato dalla mancanza di purezza.
Nel buio dell'abisso non ci sono e non possono esserci
stelle.
Nel cuore delle masse moderne, anelanti di falsi piaceri,
c'è la schiavitù delle passioni e quindi di Satana. I frutti di chi ha l'abisso
nell'anima sono: la tristezza interna, il tedio della vita, la smania dei
piaceri, il nervosismo dell'incontentabilità, il delitto, il furto e non di
raro il suicidio.
Cielo aspetta cielo...
Abisso chiama abisso!
Una vita fallita, di cui dovrà rendersi conto al
Creatore, lungamente trascorsa sulla terra nell'abisso morale, entrando
nell'eternità, continuerà ad essere nel fallimento, piombando nell'altro
abisso, quello infernale, eterno!
Abisso chiama abisso!
E' proprio vero che occorrono più sacrifici per andare
all'inferno, che non per andare in Paradiso!
Chi invece trascorre la vita terrena con il Cielo
nell'anima, all'ora della morte, sebbene soffra, è risollevato dalla dolce
speranza, unita alla certezza deï gaudi eterni, promessi da Gesù Cristo al
servo buono e fedele: « Entra nel gaudio del tuo Signore! ». (Matteo, XXV-21).
L'anima fedele a Dio, staccatasi dal corpo con la morte,
entra nel Cielo eterno, nell'amplesso di Dio.
Conclusione
Gesù Cristo è lo Splendore del Padre Celeste. Dice San
Giovanni: « Il Verbo di Dio (il Figlio) è la vera Luce che illumina ogni uomo
che viene in questo mondo » (Giovanni, I - 9).
Gesù Eucaristico è Sole e Cielo, tanto nel mondo, quanto
in ogni anima. Bisogna avvicinarsi a questo Sole Divino e lasciarsi illuminare
e riscaldare. Il calore eucaristico produce la fecondità spirituale nell'anima;
la fecondità dà gli ottimi frutti: gioia, fortezza, purezza, amore.
Come può aversi questa mistica fecondità in coloro che
mai si avvicinano alla Mensa Eucaristica, oppure solo raramente? Come possono
avere il Cielo splendente nel cuore quelli che ricevono Gesù Sacramentato con
pochissima fede e scarsissimo amore?
Più stima, più fede, più amore, più vicinanza, alla
Santissima Eucaristia, che è l'Emmanuele, Dio con noi!
PRATICA MENSILE
Dare a Gesù il primo posto nella nostra mente e nel
nostro cuore; non riservargli l'ultimo cantuccio, in modo che venendo in noi
con la Comunione, possa dire: Qui trovo il mio trono! Qui mi riposo! Qui regno
e regnerò in eterno!
FINE
APPENDICE PRIMA
COLLOQUI EUCARISTICI
1°
GESU':
Ho donato tutto! Tornate tutti ai miei Tabernacoli e
sappiate trovarmi! Comprendete bene l'agonia perenne del mio angosciato,
sconosciuto, Eucaristico Cuore!
Tornate ai miei Tabernacoli con fede vivissima e sincera
e troverete nel Pane Vivo disceso dal Cielo la pace e la luce alle anime
vostre.
Non mi abbandonate così facilmente! Per voi vivo la vita
d'immolazione in tutti i Tabernacoli del mondo. Accoglietemi bene nei vostri
cuori; parlatemi con filiale amore, che io vi ascolterò.
L'ANIMA
Sì, o Gesù; le vostre parole angosciose dovrebbero
umliiarci, perchè è la realtà. Siamo stati molto indifferenti verso di Voi,
freddi, apatici; lo confessiamo pentiti. Perdonateci, o Gesù Amore!
Per Voi, o Gesù, che avete donato tutto, non troviamo
nulla per ricambiare il vostro infinito amore verso di noi. Quanto siamo
ingrati e meschini!
Purtroppo abbiamo bisogno di silenzio per riflettere e
ridestarci a nuova vita; dobbiamo fermarci più di frequente vicino a Voi per
essere irradiati dalla vostra Luce Divina.
Si, è vero! Voi solo in tutto il mondo siete il più
grande dimenticato. Il vostro amore vi costringe a tacere, mentre accorati
lamenti sfuggono dal vostro isolamento d'amore.
Non potrò mai comprendere sino in fondo l'immensità del
vostro profondo sconforto per la durezza e nefandezza che circola attorno ai
vostri Tabernacoli.
Voi attendete chi prenda parte alle vostre tristezze; ma
purtroppo anch'io facilmente vi ho dimenticato! Donatemi, Gesù, la grazia di
sentire in me gli oltraggi rivolti contro di Voi, o Innamorato degli uomini,
affinché vi sappia amare!
Vogliamo lenire le vostre pene nel venire più che ci sia
possibile a trovarvi nel vostro Sacramento d'amore.
Volgete a noi la luce del vostro volto ed attraeteci con
l'incanto della vostra divina bellezza, aflïnchè a Voi solo sia il primo posto
nel nostro cuore.
Gesù, vi è molta rudezza nelle anime. Voi che governate
il Cielo e la terra, pensateci e salvateci, poichè siamo perduti!
Perdonateci tutto il nostro disamore e benediteci!
Gesù, agonizzante d'amore, nascondeteci perennemente nel
vostro piagato Cuore!
GESU':
Anima, che vuoi amarmi, sappi che Io sono portatore di
ordine, di pace e di gioia. Chi mi possiede, ha trovato la felicità. Io ricolmo
l'anima di soavi splendori e la mente di salutari ispirazioni divine.
Anima cara, trovami dei consolatori! Il mio Cuore è molto
amareggiato per la ingratitudine e l'indifferenza di quelli che si dicono «
miei amici ».
Si faccia una « Crociata Eucaristica », affinchè trionfi
il grande mistero racchiuso in un'Ostia Consacrata, Mistero che si moltiplica
sino all'infinito.
Trovami anime, che sappiano comunicarsi sovente e bene e
che vengano a trovarmi per visitarmi amorosamente.
L'ANIMA
O mio Dio, io mi sento ricolma delle tue grazie, sebbene
indegna! Mi pare di iniziare una nuova vita, vita di sublimità eucaristica, mai
da me tanto apprezzata, come sento adesso di apprezzare al di sopra di tutto,
poichè Tu vuoi, Gesù mio, che io ti ami come ti amarono i Santi sulla. terra.
Gesù Amore, un segreto profondo ed intimo pervade tutto
il mio essere; è il segreto del tuo immenso Amore Eucaristico, che sotto le
apparenze del Pane Consacrato vieni nel mio cuore e lo appaghi di te. Questo è
il segreto di ogni santità, poichè il tuo Cuore, unito al mio, compie un
prodigio di trasfusione celeste, da destare meraviglia agli Angeli del Cielo!
Come dovrei vivere angelicamente pura, avendo ricevuto in
me le Carni Immacolate di un Dio! Come non umiliarmi al contatto del Pane Vivo
Immortale, disceso dal Cielo per fare in me la sua dimora! Dovrei divenire
anch'io un'Ostia candida per rassomigliare a te, Ostia Divina, Agnello
Immacolato, nutrimento delle anime vergini e fortezza dei Martiri!
GESU':
Anima fedele, delizia del mio assetato Cuore, il tuo
linguaggio mi è più delizioso del canto degli Angeli! Da ora in avanti sarò in
tuo possesso d'amore!
Donami riposo, gioia e ricompensa di amore nel tuo cuore;
così mi solleverò un poco dalle ambasce crudeli che mi procurano le anime
lontane da me, dalla mia Mensa Eucaristica.
Vivendo tu così intimamente unita a me, le tue azioni
acquisteranno molto valore, perchè una sola Comunione d'amore mi è più cara ed
amabile che non mille Comunioni di anime molto imperfette e tiepide, ripiegate
nel loro disamore.
In un'anima, che vive solamente del mio Eucaristico
Amore, che cerca di consolarmi con la sua presenza, Io vi regno come in Cielo,
veglio giorno e notte su di lei e trovo tutte le mie divine compiacenze. Se
continuerai ad amarmi con fedeltà, sarai la pupilla degli occhi miei divini e
gusterai gioie indefinibili oggi e per tutta l'eternità.
LITANIE
Cuore Ostia, Ti amiamo
Cuore Ostia, Ti glorifichiamo
Cuore Ostia, Ti benediciamo
Ti offriamo il Cuore Immacolato di Maria, per consolarti
Ti offriamo tutte le S. Messe che si celebrano in tutto
il mondo, per consolarti
Ti offriamo tutto l'ardore delle anime eucaristiche, per
consolarti
Ti offriamo tutte le immolazioni delle anime vittime, per
consolarti
Ti offriamo la purezza delle anime consacrate, per
consolarti
Ti offriamo tutto l'amore casto e puro dei Sacerdoti, che
sanno lottare per la tua gloria, per consolarti
Ti offriamo tutto lo zelo apostolico ed i sacrifici dei
Missionari, per consolarti
Ti offriamo tutte le Comunioni delle anime amanti e
ferventi, per consolarti
Tl offriamo tutte le trepidazioni angosciose del Papa e
del tuo gregge fedele, per consolarti
Ti offriamo l'innocenza angelica dei bambini, per
consolarti
Ti offriamo la buona volontà dei laici sparsi nel mondo
per diffondere il tuo Regno d'amore, per
consolarti
Ti offriamo infine tutte le anime dei peccatori, affinchè
pentiti ritornino al tuo Cuore, per consolarti
Cuore Ostia, Aiutaci
Cuore Ostia, Benedicici
Cuore Ostia, Noi ti glorifichiamo sempre!
APPENDICE SECONDA
DOMENICHE SANTIFICATE
Pro unione Chiese separate
INTRODUZIONE
Gesù è Fonte viva, zampillante acqua sino alla vita
eterna. Tutti i tesori di grazia vengono a noi per i meriti del Figlio di Dio.
Come il cervo assetato corre alla fonte e poi riprende
con lena la corsa, così è necessario che le anime si accostino alla Fonte
Divina per attingervi forza nel cammino della vita mortale.
Fissiamo i nostri sguardi sul Cuore di Gesù, Fonte di
vita e di santità! Egli vuole riversare in noi tutta la sua tenerezza, tutte le
più delicate effusioni del suo Cuore.
Con l'acqua della fonte Gesù si è chinato a lavare i
piedi dei suoi Apostoli; ed ora si china a lavare l'anima nostra nel Sacramento
della Penitenza e dell'Eucaristia. Si è chinato sotto il peso della Croce; ed
ora si china ogni giorno nel Sacrificio della Messa.
L'acqua è indispensabile al corpo perché disseta; ma per
essere più sostanza ci vuole del vino, il quale fortifica e letifica il cuore
dell'uomo. Gesù nella sua Passione dalla ferita del Costato ha versato Acqua e
Sangue; nell'Eucaristia presenta a coloro che si comunicano questa Celeste
Fonte, per deliziarli della sua ebbrezza divina.
Il dovere fondamentale di ogni anima è certamente quello
di orientare verso Dio se stessa e la propria vita; quindi bisogna volgersi
generosamente a Dio riconoscendone la Suprema Maestà, accettando con
sottomissione le verità divinamente rivelate, osservandone le leggi e facendo
convergere verso di Lui ogni palpito del cuore.
Ma perché ci si possa orientare verso Dio ed avere la
forza di osservare i suoi Comandamenti, è necessario accostarsi con frequenza
alla Fonte Divina, a Gesù Eucaristico, ricevendolo sacramentalmente.
La Comunione di Pasqua, una volta l'anno, non è
sufficiente a vivere da buoni Cristiani. Il corpo per crescere, rafforzarsi e
sostenere il peso quotidiano, ha bisogno di frequente ed ordinata nutrizione;
così l'anima per crescere nell'amore di Dio, potere resistere alle tentazioni e
osservare bene la legge divina, ha bisogno di nutrirsi con frequenza e con
ordine del Pane dei Forti, che è la Santissima Eucaristia.
Sono lodevoli tutte le pratiche che spingono alla
frequente Comunione. Ma il Concilio di Trento dichiarò che è desiderio della
Chiesa che ogni qual volta i fedeli assistono alla Messa, si accostino alla
Comunione. D'ordinario i fedeli vanno a Messa tutte le domeniche; dunque si
consiglia di comunicarsi tutte le domeniche. Basta volerlo, quantunque non si
sia obbligati, si potrebbe riuscire a comunicarsi cinquantadue volte l'anno.
Quest'atto di ossequio a Gesù Sacramentato dai
volenterosi potrebbe prestarsi sempre; ma che " almeno una volta nella
vita per un anno intiero i fedeli santifichino tutte le domeniche con
l'accostarsi alla Comunione ".
I frutti di questa pratica sono:
1°) Si soddisfa al desiderio di Gesù. Nella Messa infatti
Egli dice: Prendete e mangiate tutti! - In quante Messe domenicali, pur
assistendovi masse di fedeli, non si vedono che pochissimi a ricevere Gesù
Sacramentato! Talvolta sono due o tre anime a comunicarsi e talvolta nessuna.
Quanta gioia si darebbe a Gesù, se ogni domenica i fedeli si accostassero molto
numerosi alla Mensa Eucaristica!
2°) Si partecipa attivamente al Divin Sacrificio. Chi
infatti assiste alla Messa e non si comunica, partecipa meno perfettamente alla
rinnovazione del Sacrificio della Croce e ne gode solo di qualche frutto; mentre
chi si comunica si unisce intimamente alla Vittima Divina, immolandosi con Essa
al Divin Padre in un trasporto di amore e di completa dedizione.
3°) Si santifica il giorno del Signore. Il terzo
Comandamento " Ricordati di santificare le feste " ordina direttamente
di astenersi dal lavoro materiale e di assistere alla Messa; e tutto ciò sotto
pena di peccato mortale, se non c'è una vera grave causa scusante. Ma
indirettamente consiglia di compiere delle opere buone, per rendere alla Divina
Maestà atti di ossequio e di adorazione, quali sarebbero: le preghiere,
l'assistere alla Benedizione Eucaristica ed alla predica, il visitare gli
ammalati, ecc. Ma l'atto di culto più eccellente, dopo la Messa, è di certo la
Comunione. Chi dunque la domenica riceve Gesù Sacramentato, rende a Dio un
grandissimo atto di culto e propriamente santifica il giorno del Signore.
4°) Si attinge la forza per vivere cristianamente durante
la settimana. Quanta forza si richiede per tenere a freno le passioni, per
resistere agli assalti diabolici, per vivere nel mondo senza lasciarsi
travolgere dalla corrente degli scandali, per rassegnarsi nel dolore... ? La
forza maggiore viene all'anima da Gesù Sacramentato, che è il Pane dei Forti ed
il Vino che germina i vergini. Comunicandosi la domenica, la forza divina
pervade la debolezza umana e più facilmente si può vivere in grazia di Dio.
Se tanti non vivono cristianamente e con facilità cadono
nel grave peccato, è perché non si nutrono con frequenza delle Carni Immacolate
del Figlio di Dio.
CROCIATA SPIRITUALE
Per essere invogliati a compiere con fervore questa
pratica, ognuno metta un'intenzione particolare, ad esempio: Riparare i peccati
che si commettono nel mondo la domenica ... riparare i propri peccati e quelli
della famiglia ... ottenere la grazia della buona morte a sé ed ai propri
familiari ... impetrare la conversione di qualche peccatore ostinato ...
liberare dal Purgatorio persone care ... essere assistiti nelle prove della
vita in modo particolare ... ottenere una virtù che sta più a cuore ...
abbracciare lo stato della vita in conformità alla volontà di Dio ... fare una
buona scelta del compagno o della compagna della vita ... riuscire in qualche
affare importante.
Il Concilio Vaticano Secondo discusse molti problemi
religiosi, ma uno dei problemi più assillanti fu quello delle Chiese Separate.
La pratica delle Domeniche Santificate si faccia per affrettare l'unione di
queste Chiese con la Chiesa Cattolica.
Nessun cattolico resti indifferente! " Le anime
zelanti diffondano a voce e per scritto i vantaggi di questa nobile Crociata e
muovano i tiepidi e gl'indifferenti. Ogni anima trovi almeno una diecina di
persone da disporre alla Comunione Domenicale ".
NORME PRATICHE
Si danno le norme per attuare la devota pratica:
1°) Comunicarsi per un anno iutiero ogni domenica.
La pratica potrebbe iniziarsi la prima domenica di
gennaio, specialmente se volesse compiersi solennemente nelle Parrocchie, nelle
Rettórie e negl'Istituti Religiosi. Potrebbe anche cominciarsi in qualunque
domenica dell'anno, purché le domeniche raggiungano il numero annuale.
2°) Chi fosse impedito a comunicarsi la domenica,
potrebbe supplire in altro giorno della settimana.
3°) Gli ammalati cronici e coloro che per gravi motivi
non potessero comunicarsi ogni domenica, basta che ricevano la Santa Comunione
cinque volte durante l'anno, in ossequio alle cinque Piaghe di Gesù Crocifisso,
ed offrano le loro sofferenze: per la pace del mondo, per l'aumento e la
santificazione del Sacerdozio Cattolico e per la conversione e la salvezza di
tutte le anime.
4°) L'essenza della pia pratica è la Comunione
Domenicale. Il resto si lascia alla generosità dei singoli, come sarebbe:
offrire tutte le opere buone della domenica a vantaggio della Chiesa Cattolica,
fare qualche mortificazione particolare, fare celebrare qualche Messa, ecc.
5°) Si consiglia di seguire le direttive di questo
libretto, affinché la Crociata sia più fruttuosa.
APPENDICE TERZA
TRATTENIMENTO EUCARISTICO CON GESU' DOPO LA SANTA
COMUNIONE
Il più grande dono che Dio ha fatto all'umanità è il
mistero dell'Incarnazione: il Figlio di Dio fatto uomo. Il più grande dono dopo
l'Incarnazione è l’Eucaristia.
Gesù Cristo, vivo e vero, resta nel mondo in mezzo a noi
con il suo Corpo, il suo Sangue, l'anima sua e la sua Divinità, per essere
nostro compagno nel pellegrinaggio della vita, per essere anche nostro cibo ed
essere pegno della gloria futura.
L'atto più solenne di culto che si possa rendere alla
Divinità sulla terra, è il sacrificio della Santa Messa; ma, per i fedeli,
l'atto più importante di culto e di amore di Dio è il ricevere Gesù
Sacrameritato con la Santa Comunione. Comunicarsi, comunicarsi spesso,
comunicarsi bene; non solo comunicarsi tanto per comunicarsi, ma disporsi in
precedenza per preparare a Gesù il cuore purificato, degno di Lui. Decenza nel
vestire, umiltà anche interna, in modo che Gesù entri soddisfatto nel nostro
cuore.
Prima della Comunione chiedere perdono a Gesù anche delle
piccole mancanze; ma ciò che importa è non solo la preparazione remota e
prossima, ma il trattenimento con Gesù dopo la Santa Comunione.
La Liturgia nuova lascia passare poco tempo tra la
Comunione e la fine della Messa, due o tre minuti; e poi il Sacerdote dice: «
La Messa è finita; andate in pace ». Coloro che non si sono comunicati, finita
la Messa possono andare via; ma chi ha fatto la Santa Comunione, se non ha dei
motivi proprio gravi, aspetti ancora un poco in chiesa e s'intrattenga con
Gesù. Non si metta avanti il pretesto: « Ho premura, ho da fare », perchè quando
si sta a tavola, quando si sia al televisore, quando si chiacchiera il tempo
non si misura. Tutta la premura viene dopo la Santa Comunione, dopo la Santa
Messa. Perciò chi può, faccia il possibile per fare il suo ringraziamento
rimanendo in chiesa anche finita la Santa Messa per circa dieci minuti.
Come si fa il ringraziamento? Veramente il ringraziamento
non è necessario che si faccia parlando, leggendo dei libri, recitando il
Rosario, pigliando la corona e dicendo preghiere di devozione, queste cose si
lascino ai fanciulli, alle anime rozze nello spirito, a coloro che non sanno
parlare a Gesù. Il ringraziamento si fa soltanto con il pensiero, perchè
davanti a Dio ha valore il pensiero, non tanto la parola. La preghiera fatta
con le labbra è un aiuto alla nostra debolezza umana, ma non è necessaria;
diversamente i sordomuti non potrebbero pregare e così anche gli Angeli ed i
Santi in Cielo. Gesù vede soltanto il pensiero e gli affetti del cuore; perciò
il ringraziamento alla Santa Comunione si faccia senza parlare, stando modesti
nell'atteggiamento, facendo sorgere con il pensiero nel nostro cuore il dovuto
ringraziamento, il sentimento di amore, di fede, di adorazione, di
implorazione, in modo che Gesù non abbia a lamentarsi come purtroppo si lamenta
di tante anime che lo ricevono.
Confidandosi con qualche anima, Gesù ha detto: « Entro
nei cuori pieno di amore e trovo freddezza e indifferenza. Tanti mi ricevono,
ma non sanno dirmi niente. Mi tengono nel loro cuore come un ospite importuno,
non sanno apprezzare quei momenti e Io sto a disagio in tanti cuori dopo la
Santa Comunione e più che sollievo provo amarezza».
Non è necessaria la parola; difatti la Madonna sotto la
croce (il Vangelo non riporta alcuna parola), pregava con il pensiero; così
Gesù sulla croce, ove stette sei ore, pronunziò soltanto sette frasi; poi
silenzio, ed in quel silenzio pregava con il pensiero.
Ora si suggerisce quali sentimenti avere dopo la Santa
Comunione, il che si chiama « trattenimento con Gesù ». Padre Pio, parlando
dopo la sua morte ad un'anima, ha detto: « Raccomanda, raccomanda a tutti il
trattenimento con Gesù dopo la Santa Comunione ». Si presenta una piccola
esposizione di sentimenti eucaristici, che possono servire alle anime di buona
volontà. Ricevuta la Santa Comunione, si vada al posto con modestia,
allontanando le distrazioni e si dica con il pensiero e con il cuore:
« Gesù, Tu sei venuto nel mio cuore ed io credo che Tu
sei il Figlio di Dio fatto uomo; Tu sei il Figlio di Dio, quello che ha creato
tutto l'universo; sei il Figlio di Maria Vergine, nato a Betlemme, morto in
croce e risorto. So che Tu sei il mio giudice, che dopo la morte dovrai
assegnarmi la sorte per tutta l'eternità. Gesù mio, sei nel mio cuore e ti
prego che, nel giorno del giudizio, quando dotrai darmi la sentenza eterna,
abbi misericordia; che Tu sia In quel momento il mio Salvatore, non il mio
giudice severo. Cancella le mie iniquità, affìnchè nel giorno del giudizio sia
tutto purificato.
So, Gesù, che ti piace l'offerta dei peccati; non ti
piacciono i peccati, ma l'offerta dei peccati, perchè Tu stesso hai detto a
santa Gemma: « Gemma, dammi i tuoi peccati! », e a San Girolamo hai etto pure:
« Girolamo, dammi i tuoi peccati! ». Se ti piace questa offerta, o Gesù, perchè
Tu godi quando distruggi i peccati della umanità e metti In atto i frutti della
Tua Redenzione, allora io Gesù, in questo momento ti offro con tutto il cuore
tutti i miei peccati che ho fatto dall'uso di ragione a questo parte. Ti offro,
Gesù mio, i peccati che conosco e quelli che hanno fatto gli altri per colpa
mia, tutti i peccati dei miei parenti, specialmente della mia famiglia, tutti i
peccati che si fanno nel mondo, i sacrilegi, le bestemmie, gli scandali, i
delitti, i furti, le ingiustizie e gli odi. Ti offro inoltre i peccati che si
sono fatti ed anche quelli che si faranno. Distruggi tutto nel Tuo Cuore di
infinito Amore.
Come posso, Gesù, renderti gli omaggi che merita un Dio,
io povera creatura? Ebbene, so che in questo momento Tu sei in me e hai la
Corte Celeste che Ti fa corona; allora invito la Corte Celeste a far la mia
parte. Schiere Angeliche, Corte dei Beati, Angelo mio custode, Maria SS.,
rendete voi a Gesù gli omaggi che non posso rendere io, perchè non ne sono
capace. Adorate voi Gesù per me, ringraziatelo per me, beneditelo per me,
glorificatelo per me, amatelo per me, consolatelo per me e supplicatelo, perché
abbia misericordia dell'anima mia.
Gesù, questa Santa Comunione l'offro per rendere un atto
di omaggio a Te Eucaristico e ringraziarti di questo grande dono eucaristico,
che hai fatto al mondo. Vedi quanti non ti ringraziano di questo immenso dono!
Io con questa Comunione intendo ringraziarti per tutta l'umanità. Quante
amarezze tu ricevi, o Gesù, nella Santa Eucaristia, quanti dispiaceri per i
sacrilegi, per la poca fede, per i maltrattamenti di quelli che si comuncano
male per le frivolezze che si commettono in chiesa! Con questa Comunione
intendo, non solo ringraziarti del dono eucaristico, ma riparare i dispiaceri e
le amarezze che ricevi in questo Sacramento di Amore.
Gesù mio, questa Santa Comunione la offro a Te anche per
rendere onore alla Tua Passione e Morte, a ricordo, o Gesù, che ti sei immolato
per tutte le tue creature. Da', o Gesù, uno sguardo al regno di satana; vedi
quante anime vivono in peccato, quanto male c'è nel mondo! Gesù, per la tua
Passione e Morte in questo momento da' uno sguardo di misericordia a tutte le
anime che vivono in peccato, che sono sotto la schiavitù di satana; abbi
misericordia specialmente delle persone scandalose, ripara la gloria dèl Padre
e strappa a satana più anime che sia possibile.
Gesù, questa Santa Comunione la offro in onore
dell'Eterno Padre, Tuo Padre Celeste, e dello Spirito Santo. La offro ad onore
delle Tre Divine Persone e anche ad onore della Madonnina, mia Mamma Celeste; a
onore di San Giuseppe, del mio Angelo custode, del mio Santo Protettore e ad
onore di tutta la Corte Celeste.
Ora, Gesù, so che sono a contatto con Te. datore di ogni
bene e, come ti ho offerto i miei peccati, ora ti domando grazie e offerte per
me e per gli altri. Invoco il Tuo Sangue Divino e le lacrime della Madonna
sulle anime del Purgatorio. Vedi Gesù, quante anime stanno soffrendo! Quanti
miei conoscenti, quanti miei parenti e forse anche anime che stanno soffrendo
per colpa mia! Ti raccomando, Gesù, le anime più abbandonate, specialmente le
persone consacrate, che soffrono più delle altre anime; ti raccomando le anime
sacerdotali, che ti sono tanto care non solo in questa terra, ma anche nel
Purgatorio.
Gesù mio, il tuo Sangue Divino e le lacrime della Madonna
scendano sui moribondi. Tu sai che ogni giorno sono centinaia di migliaia le
persone che passano all'eternità. Pensa, Gesù, che dall'istante della morte
dipende tutta l'eternità. Ti raccomando tutti i moribondi, specialmente quelli
di oggi, i peccatori più ostinati, che non si vogliono convertire sul letto di
morte; fa' trovare il Sacerdote per rimetterli in grazia tua; da' a loro un
grande dolore dei peccati! Gesù, per la tua agonia sulla croce, per quella
santa morte, per le lacrime che versò la Madonna sotto la croce, abbi
misericordia dei moribondi e, come hai salvato dall'inferno il buon ladrone
nell'ultima ora, strappa all'inferno quest'oggi nell'ultima ora della vita i
più grandi peccatori che passano all'eternità!
Gesù mio, Tu sai che la sofferenza è per tutti e Tu sai
come nel mondo si soffre. Quanti ammalati ci sono! Da' loro la forza e la
rassegnazione. Ti raccomando le anime che si disperano nel dolore, coloro che
vogliono togliersi la vita. Vedi quanti suicidî capitano ogni giorno! Trattieni
da questi cattivi passi le anime!
Gesù, ti raccomando tutte le Anime Mistiche, tutte quelle
anime che Tu hai voluto prediligere con le stimmate, con la vita mistica; sono
anime parafulmini dell'umanità, quindi devono soffrire più delle altre anime.
Ti raccomando tutte queste anime, ciascuna in particolare; da' la forza perchè
ti aiutano a salvare molte anime.
Ora, Gesù, ti raccomando in modo particolare tutti quelli
che si raccomandano alle mie preghiere. Ma non sono io che debbo dare, devi
dare Tu; e allora concedi le grazie che sono necessarie a queste anime. O Gesù,
ti raccomando tutti quelli che pregano per me, che ho più bisogno degli altri.
La Tua Benedizione, la Tua Misericordia scenda sopra di noi.
Gesù, sei nel mio cuore e naturalmente Tu sai che ho
tanti bisogni nella famiglia! Tu sai quell'affare... Tu sai quel peccatore tra
i miei parenti... Tu sai quel pasticcio... Tu sai quelle croci quotidiane... Ti
raccomando in modo particolare questi problemi... Aiutami nella salute, nella
provvidenza, nel lavoro, nel fare un poco di bene, perchè c'è il corpo, c'è la
vita da sostenere, e Tu poi aggiustare ogni problema, far riuscire tutto in
bene. E tieni lontano satana. Ti raccomando in modo particolare di assistermi
quando il diavolo mi tenta.
O Gesù, durante la giornata commetto delle mancanze, ma
ce n'è una che commetto con più facilità; voglio correggermi, voglio evitare
quella data mancanza, nella quale cado più spesso, per presentarmi a Te più
purificato.
Gesù, la prima parte del corpo che si mette a contatto
con Te quando mi comunico è la lingua. Vedi quante mancanze faccio con questa
lingua! Voglio stare attento per evitare i peccati di lingua nel parlare, nei
dare un giudizio, nel dire qualche cosa. Voglio presentarti a1la Santa
Comunione ogni giorno la lingua pulita, purificata da ogni colpa; che Tu non
abbia a rimproverarmi quando entri nel mio cuore.
Poi durante il giorno, Gesù, voglio rivolgere a Te il mio
pensiero. Di tanto in tanto oggi Ti ringrazierò; Ti dirò: « Gesù, grazie che
sei venuto nel mio cuore! ». Così sarò unito con Te.
Gesù mio, l'ultima grazia! Tu hai detto: « Perdonate e vi
sarà perdonato; amate i vostri nemici ». Vedi quante persone: o chi pensa male
di me... o chi parla male di me... o mi offende per passione... o chi non mi sa
comprendere... Quante amarezze mi danno certe persone! Io perdono tutti quelli
che mi hanno fatto del male, quelli che non sono in buona relazione con me. Io
perdono a tutti, voglio fare la pace con tutti. Come Tu usi misericordia a me,
io voglio usare misericordia agli altri. Ricambia in benedizioni e gioie anche
le mancanze e i dispiaceri, che mi danno taluni di quelli che mi circondano,
che mi fanno compagnia nella vita.
Ora, Gesù, la Tua Benedizione e quella della Madonna,
scenda copiosa su di me e sulle anime che ti ho raccomandato.
Gesù, ora vado a compiere il mio dovere; non posso
restare in chiesa a farti compagnia. Ti offro le adorazioni che la Corte
Celeste ti rende lungo il giorno; accetta queste adorazioni come fatte da me e
ogni palpito del mio cuore sia un atto di amore verso di Te, Re dei cuori e
fornace di Amore Divino.
Nel Nome del Padre, nel Nome del Figlio; nel Nome dello
Spirito Santo. Amen ».
Quando si fa il ringraziamento in questo modo, si dà
tempo alle Sacre Specie di consumarsi nel nostro corpo. Gesù resta soddisfatto,
contento, perchè trova anime, che sanno parlare con Lui. L'anima si riempie di
gioia, si ricomincia la vita con più gioia spirituale, con più forza per le
tentazioni; addirittura si esce rinnovati dalla casa di Dio.
Ma quando non c'è questo colloquio intimo, questo
colloquio amoroso con Gesù, tante Comunioni lasciano poco o nessun frutto.
Le Comunioni senza un trattenimento con Gesù sono come
quei tali, che mangiano e non digeriscono e quindi non si nutrono; mentre
chiunque sa far bene il suo trattenimento con Gesù dopo la Santa Comunione è
come colui che mangia, si nutre, si rafforza e sta bene in salute.
Dopo la Santa Comunione, chiunque ha ricevuto Gesù,
dimostri il frutto della Comunione con l'esercizio della carità, perchè Gesù
Cristoè Amore e il frutto della Comunione (Sacramento di Amore) è l'amore verso
il prossimo. Perciò chi si è comunicato, durante il giorno si dimostri
caritatevole nel pensare bene degli altri, nel non manifestare le colpe altrui;
senza una grave necessità non si svelino le mancanze gravi del prossimo a
questo o a quello. Si perdonino le offese che si ricevono, ci si mostri
pazienti, ci si mostri proprio come gli Angeli sulla terra, che confortano,
affinchè chiunque ci avvicina possa dire: « Veramente questa è un'anima che ama
Gesù »; e che non abbia a sentirsi quel lamento di taluni che dicono: « La
mattina si comunica, crede di amare Dio e invece fa pena la sua condotta ».
Cerchiamo di essere coerenti tra la Santa Comunione-Amore
di Dio e la vita pratica nel rapporto con il nostro prossimo.
APPENDICE QUARTA
I QUINDICI VENERDÌ
CONSECUTIVI IN ONORE DEL SACRO CUORE
PREFAZIONE
Maria Santissima viene onorata dai fedeli, non solo con
la pratica dei Primi Cinque Sabati di mese, ma anche con i Quindici Sabati
consecutivi. Quante grazie elargisce la Regina del Cielo a coloro che la
onorano nei Quindici Sabati! (dal 2008 sono 20 e non 15)
Come "si vede, in questa devozione c'è stato un
crescendo sempre maggiore.
Si potrebbe domandare: Perché non onorare anche il Sacro
Cuore con la pratica dei Quindici Venerdì consecutivi? Forse Gesù non merita un
ossequio simile a quello della Madre sua Santissima? Forse e meno fruttuosa
alle anime la devozione dei Quindici Venerdì?
Tutt'altro!... Gesù merita, quanto la Madonna e più
ancora. Egli è fonte di ogni tesoro, fonte alla quale attinge la stessa Regina
del cielo.
Si dirà: Non bastano i Nove primi Venerdì di mese? Perché
aggiungerne altri?
Nel bene non c'è limite. La Comunione riparatrice del
Primo Venerdì consola tanto il Cuore di Gesù; e poiché in questi tempi le
offese a Dio si moltiplicano oltre ogni credere, è conveniente moltiplicare le
Comunioni riparatrici.
Da relazioni pervenute mi consta che Sacerdoti e fedeli
hanno preso con slancio la devozione dei Quindici Venerdì. È ormai grande il
numero di coloro che iniziano il turno delle Comunioni e molte sono le grazie
che si ottengono. Son venuto a conoscenza di tanti favori speciali, accordati
dal S. Cuore: guarigioni, collocamenti a lavoro, riuscita nei concorsi, ritorno
della pace in famiglia, conversioni di peccatori...
Questa devozione, che in poco tempo ha varcato i confini
d'Italia, già si diffonde in tutto il mondo. Il manuale è tradotto in altre
lingue: francese, inglese, spagnolo, portoghese.
Ogni giorno nella Messa prego per coloro che
s'interessano di promuovere questa pratica.
AI SACERDOTI
Rivolgo la parola ai miei fratelli nel Sacerdozio.
- Siamo noi, o fratelli, i Ministri del Sommo Iddio sulla
terra. Le anime che ci sono affidate dalla Provvidenza, indirizziamole al Sacro
Cuore e spingiamole alla riparazione.
D'ordinario i fedeli ci seguono nelle iniziative sante.
Dunque, tutto sta ad avere zelo nell'esercizio del nostro sacro ministero.
Il presente opuscolo può servire di guida nella pratica
dei Quindici Venerdì. Quante grazie largirà il buon Gesù a quei Sacerdoti, che
si faranno promotori di tanto bene!
ALLE ANIME PIE
Gesù disse a Santa Margherita Alacoque: Il nome di coloro
che diffonderanno la mia devozione, sarà scritto nel mio Cuore e non verrà
cancellato giammai!
Voi, o anime pie, desiderate che il vostro nome sia
scritto nel Divin Cuore? Diffondete la devozione dei Quindici Venerdì!
Parlatene in famiglia e tra i conoscenti! Propagate foglietti e pagelline, che
istruiscono sul modo di santificare questi Venerdì.
L'apostolato di tale devozione vi renderà care a Gesù e
le divine tenerezze si riverseranno sul vostro cuore.
SCOPO
Lo scopo principale dei Quindici Venerdì è di rendere
onore e riparazione al Cuore di Gesù.
Adunque, uno dei mezzi più efficaci per impetrare i
divini favori, è il promettere di cominciare con fede ed amore i Quindici
Venerdì consecutivi. Tutte le grazie si possono domandare con le Comunioni
riparatrici, tanto le spirituali quanto le temporali.
Riguardo a ciò che si chiede a Dio, si noti quanto segue:
Se il favore che si domanda e conforme ai voleri di Dio,
e quindi utile all'anima, la grazia verrà; se tardasse a venire, si ripeta
un'altra serie di Quindici Venerdì, in conformità a quello che disse Gesù:
Battete e vi sarà aperto; chiedete e vi sarà dato.
Se la grazia che si desidera, non è per il momento utile
all'anima, in tal caso Iddio darà un'altra grazia, che forse sarà maggiore di
quella aspettata.
Chi inizia la pratica dei Venerdì, procuri di vivere in
grazia di Dio e se per caso cadesse in grave peccato, si rialzi subito, perché
se l'anima non è nell'amicizia di Dio, non può pretendere di ricevere i divini
favori. (…)
NORME PRATICHE
Il primo turno dei Quindici Venerdì comincia verso la
metà del mese di marzo, per finire l'ultimo Venerdì di giugno.
il secondo turno comincia verso la metà di settembre e si
chiude l'ultimo Venerdì dell'anno.
I due turni si facciano con solennità nelle Parrocchie,
nelle Rettorie e negli Istituti Religiosi.
Ciascuno, privatamente, può compiere la serie dei
Quindici Venerdì in qualunque periodo dell'anno. Quando però si aspettano
grazie importanti, e consigliabile che diverse persone svolgano la pia pratica
assieme, servendosi dell'apposito manuale.
In casi urgentissimi si possono fare quindici Comunioni
di seguito, cioè si compie la pratica in due, settimane.
Chi per impedimento o per, dimenticanza non potesse
comunicarsi in qualche Venerdì, potrebbe supplire in un giorno qualsiasi, prima
che giunga l'altro Venerdì.
Quando coincide il Primo Venerdì del mese, la Comunione
soddisfa all'una ed all'altra pratica.
Tutti i Venerdì, per quindici settimane, si riceva la
Santa Comunione in riparazione delle offese che si fanno a Dio.
Non occorre confessarsi volta per volta che ci si
comunica; è necessario trovarsi in grazia di Dio.
Si raccomanda di far bene la Santa Confessione, cioè:
1) Non nascondere per vergogna qualche grave peccato;
2) Detestare tutti i peccati mortali.
3) Promettere di fuggire le occasioni prossime del peccato.
Se la Confessione mancasse di qualcuna di queste tre
condizioni, diventerebbe sacrilega, come pure sarebbe sacrilega la Santa
Comunione.
Ad ogni Venerdì e suggerito un fioretto settimanale: si
pratichi fedelmente. Le anime generose, allorché ricevono qualche grazia, non
dimentichino di essere riconoscenti al Cuore di Gesù; un ottimo ringraziamento
potrebbe essere il rifare i Quindici Venerdì.
QUALI GRAZIE DOMANDARE
I bisogni di ognuno sono molteplici. Con i Quindici
Venerdì si può chiedere qualunque grazia; però le grazie più importanti, e
forse meno richieste, sono quelle spirituali.
Si raccomanda di chiedere al S. Cuore specialmente le
grazie qui elencate:
1) Sapere scegliere lo stato della vita, in conformità ai
voleri di Dio.
2) Avere la forza di fuggire qualche occasione di
peccato.
3) Poter morire coi Santi Sacramenti, in grande serenità
di spirito.
4) Ottenere la pace nella famiglia.
5) Trovare un buon compagno o una buona compagna della
vita, cioè poter fare un fidanzamento morale e religioso. Chi domanda questa
grazia, assai importante, prometta a Gesù di passare santamente il periodo del
fidanzamento.
6) Dare suffragio ai defunti. È un ottimo mezzo per
refrigerare i propri Morti, poiché Gesù, consolato con tante Comunioni
Riparatrici, in cambio consolerà le Anime del Purgatorio.
7) Ottenere la provvidenza necessaria in famiglia, col
trovare qualche posto di lavoro...
8) Riuscire in qualche esame importante, specie nei
concorsi.
9) Impetrare la pace del cuore e la serenità nella vita
spirituale.
10) Convertire anime peccatrici. La conversione di
qualche persona e la grazia più importante e più difficile; spesso conviene
ripetere i turni dei Quindici Venerdì. In tal modo diminuisce la forza di
Satana ed aumenta la grazia di Dio sino al completo trionfo.
PRIMO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER I SACRILEGI EUCARISTICI
Fioretto - Durante la settimana dire spesso,
possibilmente al suono delle ore: Sia lodato e ringraziato ogni momento, il
Santissimo e Divinissimo Sacramento!
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, in riparazione dei sacrilegi eucaristici.
SECONDO VENERDI
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER L'ABUSO DELLA CONFESSIONE
Fioretto - Esaminare la coscienza, per vedere come si
siano fatte le confessioni. Se sarà necessario, si faccia una Confessione più
accurata del solito, come se fosse l'ultima della vita, come se si stesse sul
letto di morte.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, in riparazione dei sacrilegi della Confessione.
TERZO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER LE BESTEMMIE
Fioretto - Sentendo qualche bestemmia, dire: « Dio sia
benedetto! » oppure « Signore, ti benedico per quelli che ti maledicono ».
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, in riparazione delle bestemmie.
QUARTO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
CONVERTIRE I PECCATORI
Fioretto - In ogni contrarietà o sofferenza, dire:
Signore, sia fatta la vostra volontà! Accettare questa croce a bene dei
peccatori!...
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, per la conversione dei peccatori.
QUINTO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER I PECCATI DI ODIO
Fioretto - Perdonare le offese per amore di Gesù e fare
la pace con chi abbiamo nutrito rancore.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, per coloro che durante la vita ci hanno offeso.
SESTO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER I PECCATI CONTRO LA PUREZZA
Fioretto - Custodire bene la purezza: nelle azioni, negli
sguardi e nei pensieri.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, per riparare Gesù delle disonestà che si commettono nel
mondo.
SETTIMO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER I PECCATI DI SCANDALO
Fioretto - Se qualche persona o qualche famiglia fosse
motivo di peccato o di scandalo, per amore del Cuore di Gesù troncare con essa
ogni relazione.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater: Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, per riparare Gesù degli scandali che ricevono i piccoli.
OTTAVO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER I CATTIVI DISCORSI
Fioretto - Fuggire la conversazione immorale e
rimproverare chi parlasse scandalosamente.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, in riparazione dei discorsi scandalosi.
NONO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER LA STAMPA CATTIVA
Fioretto - Distruggere al più presto la stampa cattiva
che si trovasse in famiglia.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater; Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, in riparazione del male che produce la stampa cattiva.
DECIMO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER I DIVERTIMENTI MONDANI
Fioretto - Privarsi dei divertimenti mondani, ove ci sia
pericolo di offendere Gesù, ed esortare gli altri a fare altrettanto.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, in riparazione dei peccati che si fanno nei cinema, nelle
danze e nelle spiagge.
UNDICESIMO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER LA PROFANAZIONE DELLA FESTA
Fioretto - Fare attenzione affinché in famiglia nessuno
profani il giorno festivo.
Recitare ogni gicrno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, per riparare i peccati che si commettono nella festa.
DODICESIMO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER I DELITTI
Fioretto - Dire spesso: Eterno Padre, vi offro il Sangue
preziosissimo di Gesù Cristo in isconto dei miei peccati e di quelli
dell'umanità!
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, per la conversione di coloro che stanno nelle carceri.
TREDICESIMO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER LE INGIUSTIZIE
Fioretto - Non pensare male degli altri, non mormorare e
non fare male ad alcuno.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, per riparare Gesù dei peccati d'ingiustizia.
QUATTORDICESIMO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
RIPARARE PER I PECCATI PROPRI E PER QUELLI DELLA FAMIGLIA
Fioretto - Scegliere un giorno fisso per tutte le
settimane, e riparare il Cuore di Gesù per i peccati propri e per quelli della
famiglia.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, in riparazione dei peccati della propria famiglia.
QUINDICESIMO VENERDÌ
Intenzione della S. Comunione
PREGARE PER I MORIBONDI
Fioretto - Ogni sera, prima di prendere riposo,
rivolgersi questa domanda: Se questa notte venisse la morte, come si troverebbe
l'anima mia? - Se la coscienza rimorde qualche grave peccato, facciamo un atto
di dolore perfetto, promettendo di confessarci al più presto.
Recitare ogni giorno: Cinque Pater, Ave, Gloria, in onore
delle cinque Piaghe, per i moribondi della giornata.
Per richiedere i libretti scrivere a:
OPERA CARITATIVA SALESIANA “DON GIUSEPPE TOMASELLI”
Viale Regina Margherita 27 - 98121 MESSINA - offerta libera - CCP. n. 12047981
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DIO CON NOI di Don Giuseppe Tomaselli
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