quinta-feira, 14 de novembro de 2013

DON GIUSEPPE TOMMASELI, SACERDOTE, LEGGI! (Appunti di Mistica): I mistici sono sempre esistiti nella Chie­sa e ci sono ancor oggi


SACERDOTE, LEGGI!


A. M. ALESSI




(Appunti di Mistica)





PREMESSA


Mi è pervenuto questo breve manoscritto, con invito a utilizzarlo nelle conferenze e ritiri che tengo al Clero.


Avendo conosciuto qualche anima di cui si parla e in modo particolare l'autore, di cui ho la più alta stima, condivisa del resto da tutti coloro che lo conoscono, ho pen­sato che potrebbe tornare utile e gradito a tanti Confratelli, ai quali è esclusivamente rivolto, presentandolo in edizione extracom­merciale.


Autentico pregio mi pare sia la veridi­cità dei fatti narrati, anche se ad essi siamo chiamati a prestare una fede puramente uma­na, lasciando alla Chiesa il giudizio autore­vole e definitivo.


La stampa mi è suggerita dalla difficol­tà di trovare libri che trattino dei feno­meni mistici, tanto che taluno, non avendo mai letto nulla al riguardo, si dimostra scet­tico od ostile incontrando qualche anima privilegiata.


Penso che un contatto con il sopranna­turale, che sicuramente nessuno può negare “a priori”, e 'soprattutto il sapere che ci sono anime che soffrono per scontare i nostri peccati e ottenerci il dono della santità e del­la fecondità nell'apostolato, può farci riflet­tere e soprattutto farci del bene, ciò che mi auguro di cuore.



A. M. ALESSI




Brevi appunti di mistica.



Durante tutto il corso di sacra Teo­logia, mentre si trattano diverse materie fondamentali e secondarie, per una com­pleta formazione sacerdotale, non si inse­gna la mistica.


A Roma si tiene qualche corso partico­lare, ma sono pochi quelli che lo frequen­tano. Di conseguenza, pur con le debite ec­cezioni, molti sacerdoti sono completamente digiuni di questa materia e questo spiega perché tanti si dimostrino indifferenti o ad­dirittura ostili davanti a certi fenomeni.


- Per salvarsi basta la Rivelazione e il Magistero della Chiesa, dicono. Tutto il resto non è di fede, è pura illusione.


- Amare Dio e il prossimo! Qui c'è tut­to il Cristianesimo; non occorre altro!


- Dio ci liberi dai visionari, gente esal­tata e dalla fantasia malata!


- Non abbiamo tempo da perdere con tutti quelli che hanno visioni a ogni piè so­spinto! -


Frasi come queste se ne sentono un po' dovunque.


La Chiesa, pur affermando che la Rive­lazione è terminata con gli Apostoli, ne met­tendo come articolo di fede quello che Dio si degna manifestare a persone private, non ha tuttavia mai disprezzato i fenomeni mi­stici, anzi li ha sempre sottoposti a un accu­rato esame.


Anche attualmente si stanno esaminando da parte dei competenti tribunali due figu­re di mistiche, la portoghese Alexandrina e l'italiana Lucia Mangano, morta solo da po­chi anni, i cui fenomeni mistici hanno già riempito parecchi volumi e sulle cui virtù nessuno osa avanzare alcun dubbio.


Pertanto chi si schiera contro la misti­ca, è in errore; dimostra per lo meno di non conoscerla.


E’ quanto mai opportuno che i Sacerdoti abbiano una certa conoscenza di questa deli­cata materia, non fosse altro per sapere di­stinguere la vera mistica da quella falsa;


parlarne con una certa competenza ed es­sere eventualmente di aiuto, non di intral­cio, a quelle anime che la Provvidenza vo­lesse affidare alle loro cure.


Se la direzione di un'anima è sempre dif­ficile e impegnativa, lo è in modo partico­lare quando essa venga chiamata da Dio a seguire vie non comuni, che richiedono par­ticolare comprensione e attenzione.




Gratitudine.



I mistici sono sempre esistiti nella Chie­sa e ci sono ancor oggi, anzi in numero forse maggiore, per compensare l'abbando­no dei principî della fede da parte di tanti cristiani e l'indulgenza a certe forme di razio­nalismo, di modernismo e di edonismo a cui non sono aliene anche anime consacrate. Queste anime privilegiate, per seguire la particolare vocazione a cui sono chiamate, hanno bisogno di una guida sicura per dot­trina e virtù. Questa guida non può essere che il Sacerdote ben formato, prudente e vi­gilante. Occorre tener presente che i mistici sono anzitutto i grandi ausiliari dei Sa­cerdoti stessi.


Chi avesse la fortuna di conoscere una di queste anime, chieda pure quale partico­lare missione le abbia affidato Gesù ed a qua­le categoria di persone siano di preferenza indirizzate le sue preghiere e sofferenze. La risposta più ordinaria sarà:


- La mia vita è consacrata ai Sacerdoti. Soffro per loro: per riparare le loro infedeltà, per ottenere loro la grazia di rial­zarsi, per incitarli a camminare nella via del­la santità, per ottenere fecondità nel loro apostolato.


Anche per questo motivo i mistici do­vrebbero essere i più apprezzati da parte del Clero, non fosse altro per un doveroso senso di gratitudine.




Elezione speciale.



Come Dio chiama alla vocazione religio­sa uno anziché un altro, così chiama allo sta­to mistico un'anima a preferenza di un'altra.


E poiché i privilegiati devono compiere ana grande missione, in privato o in pubblico, secondo il disegno di Dio, perché in essi risponda la sua opera, generalmente sono scelti tra coloro che hanno doti poco appariscenti.


A conferma sarà sufficiente ricordare co­me S. Teresa del Bambino Gesù e più an­cora la privilegiata del S. Cuore, S. Marghe­rita Alacocque, erano considerate tra le ul­time suore di tutto il monastero e Sr. Jo­sepha Menendez, altra grande mistica, era addetta alla cucina del monastero.


Finché sono sulla terra, le anime privi­legiate devono vivere nel nascondimento. Gesù è molto esigente su questo punto.


Solo eccezionalmente ha permesso che qualcuna avesse in vita della pubblicità, per far sentire la sua presenza e la sua bontà in un mondo sempre più incredulo e mate­rialista. Così avvenne per la stimmatizzata di Baviera, Teresa Neumann, morta nel 1963 e di cui si è già iniziata la causa di beatifi­cazione; altrettanto per Madre Elena Aiello, morta da qualche anno, nota come la stim­matizzata di Cosenza, la cui biografia è pure nota a molti.


Generalmente i mistici vengono conosciuti dopo la morte, per qualche scritto pub­blicato dal loro direttore spirituale o per interessamento delle stesse Autorità Eccle­siastiche che iniziano il processo per la loro elevazione all'onore degli Altari. La maggior parte però resta ignorata.


Solo in cielo conosceremo tanti Santi che brio non ha voluto glorificare in terra e tra questi anche tanti mistici che sono vissuti eroicamente fedeli alla loro chiamata, nella pratica di tutte le virtù cristiane.




Difficoltà.



Una delle maggiori difficoltà, a proposito di fenomeni mistici, che lascia spesso per­plessi i Sacerdoti è questa:


- Perché i mistici sono quasi sempre donne?


Qualcuno poi non teme di soggiungere: - Se Dio ha qualche disegno da attuare, si rivolga a me che sono suo ministro. Per­ché dovrebbe preferire una « beatella » igno­rante e incapace?


A tali obiezioni vorrei rispondere che se le anime privilegiate sono di preferenza di sesso femminile, ciò è dovuto perché lo sta­to mistico è più congeniale e adatto alla don­na. Lo stato di vittima straordinaria infatti è assai difficile e richiede spirito di sacrificio e generosità non comune. Il cuore umano è ricco di immense possibilità, ma difficilmente riesce a perseverare in uno stato di soffe­renza e di dedizione assoluta. Il cuore della donna, sorgente immensa di amore e di sacri­ficio, è sicuramente più adatto ad accettare una simile vocazione.


Non mancano tuttavia anche tra gli uo­mini coloro che sono prescelti a questo sta­to. Occorre inoltre tenere presente che Dio sceglie sempre chi vuole ed è impossibile al­l'uomo scrutare i suoi disegni.


La storia insegna che Egli ha sempre pre­ferito manifestarsi agli umili e ai semplici; basta pensare alle tante apparizioni Maria­ne, da Lourdes a Fatima, di cui è ricca la vita della Chiesa.


Dio preferisce spesso far sentire la sua voce a un'anima semplice, ma attenta, de­licata, obbediente, pronta al sacrificio, an­ziché scegliere persone piene di se stesse, amanti del-benessere e delle comodità.




Una testimonianza.



D'accordo, non tutti quelli che affer­mano: « Vedo Gesù! Vedo la Madonna! Sen­to la voce del Signore! »... sono nello sta­to mistico. Le allucinazioni, i fenomeni di isterismo, le fissazioni e soprattutto l'orgo­glio femminile possono facilmente indurre in errore.


Il Sacerdote che conosce discretamente la mistica, dopo un po' di tempo che tratta con queste anime, sarà facilmente in grado di discernere la fantasia dalla realtà. Se pe­rò ignora la mistica, può prendere dei grossi abbagli, prendendo il vero per falso e vice­versa.


Mi permetto citare un episodio di cui sono stato testimone. Qualche anno fa mi giunse una lettera dall'estero. Un Sacerdote a me sconosciuto mi scriveva: « Si è presen­tata a me una suora per la direzione spiri­tuale. Pretende di avere delle visioni e di ri­cevere confidenze di Gesù».


« Per principio sono contrario a queste forme di spiritualità, per cui le ho detto di non pensarci e non parlarmene più. La suora ha continuato ad insistere, assicurandomi l'autenticità di queste manifestazioni. È ve­ramente cocciuta e non si arrende a quanto ho tentato di imporle.


« Con la presente le accludo, in busta chiusa, una lettera che mi ha pregato di farle pervenire. Ignoro cosa contenga e co­me abbia avuto il suo indirizzo. La prego, nella risposta, di farle capire che deve es­sere più docile e smetterla con le sue visio­ni. Mi mandi pure la risposta in busta chiu­sa, che sarà da me puntualmente consegnata all'interessata ».


Esaminata la missiva, ho avutola sensa­zione che la suora si trovasse realmente nel­lo stato mistico. Erano state le rivelazioni di Gesù a spingerla a rivolgersi a quel Sacer­dote per una sicura direttiva; ma vedendosi incompresa, né volendo resistere alle solle­citazioni dello Sposo Celeste, pregò così: « Signore, tu sai come vorrei ubbidire al tuo ministro e negare fede a quanto mi accade! Ma come posso chiudere gli occhi davanti alla realtà? Ti prego, o Gesù, dammi un se­gno che rassereni me e convinca il mio pa­dre spirituale! ».


Gesù le rispose: « Scrivi al Sacerdote N.N. e comunica a lui quanto sto per dirti ». E manifestò alla suora cose intime ri­guardanti la mia vita, soffermandosi su un argomento che rappresenta lo scopo preci­puo di tutta la mia esistenza. La suora con­cludeva: Se sarà vero quanto ho scritto, e non ho motivo di dubitarne, il mio diret­tore dovrà convincersi che agisco per ispi­razione superiore. -


Rispondendo a quel Sacerdote, lo invi­tai a mettere da parte le sue vedute perso­nali e idee preconcette, suggerendogli qual­che norma pratica per la direzione spirituale di quell'anima. Gli raccomandai inoltre di far chiedere a Gesù stesso qualche segno per conoscere meglio la sua volontà.


Trascorsi due mesi, quel reverendo così mi scriveva: « Mentre le confermo lo scet­ticismo dei primi tempi, le assicuro che ora ho dovuto arrendermi di fronte all'evidenza dei fatti. Ho avuto tali e tante prove che mi hanno fatto toccar con mano l'evidenza della verità, tanto da concludere: Hic est digitus Dei! ». Norme direttive. Quando al Sacerdote si presentasse una anima che manifesta fenomeni che escono dall'ordinario, se dall'insieme appaiono cose da tenere in considerazione, vorrei suggerire queste brevi norme:


I. Invitare a scrivere tutto, precisando la data di tali manifestazioni. I veri feno­meni mistici hanno un nesso logico e non si staccano mai dai principi della dottrina cristiana.


Nel primo periodo mistico L'anima può cadere in certi difetti ed errori, dovuti alla sua inesperienza o all'incompetenza di chi la dirige.


Gli scritti cronologici vengono letti e va­gliati da chi prende la cura spirituale di quest'anima. Se uno non si sentisse in grado di emettere un giudizio, chieda il parere di altro confratello più competente e preparato. Se risulta con evidenza che l'anima è in contatto con il soprannaturale e il Sacerdote richiesto di dirigerla non si sente all'altezza del compito, non ne assuma la responsabilità, ma la indirizzi a chi ritiene più capace.


Ritornando all'esame degli scritti, può accadere che si riscontrino delle contraddi­zioni o dei punti oscuri. Occorrerà tener pre­sente che talvolta, insieme all'opera di Gesù, c'è anche lo zampino di Satana, che ha tutto l'interesse per ingarbugliare la situazione.


L'anima mistica, ancora inesperta, scrive tutto ciò che vede o sente e non sempre riesce a discernere quello che viene da Dio da quello che le è suggerito dal demonio. E si sa che il maligno lavora per turbare le acque.


Quando si tratta di donne, giova tener presente quanto diceva un Vescovo, S. E. Mons. Peruzzi, che aveva diretto la Serva di Dio Suor Benigna Consolata Ferrero: « Nei fenomeni mistici si tenga conto solo di quello che viene da Dio, scartando quel­lo che proviene dal demonio o dalla testa della donna ».


II. Si sia molto cauti nel non rendere pubblici i fenomeni straordinari; sia perché non tutti sono disposti ad accettare il so­prannaturale, sia per mantenere il nascon­dimento dell'anima privilegiata.


Si tenga inoltre presente che non è facile dirigere un'anima straordinaria. Non ba­sta essere intelligenti; è necessaria una par­ticolare grazia di Dio che si ottiene con l'umiltà, la preghiera, la santità della vita.


Quando l'Autorità Ecclesiastica invitò due esimii Sacerdoti a visitare e controllare la mistica di Lucca, S. Gemma Galvani, emi­sero questo giudizio:


- La giovane è ammalata e un po' toc­cata di mente. -


Giudizio che si dimostrò quanto mai er­rato.




La storia è maestra.



I fenomeni mistici variano da anima ad anima, però hanno tutti un fondo comune, per cui studiata bene la vita di una mistica, si è in grado di giudicare con maggiore di­scernimento i fenomeni delle altre.


Oltre a qualche buon trattato di mistica, può giovare molto ai Sacerdoti la lettura di uno dei seguenti libri: « Alexandrina », « Suor Benigna Consolata Ferrero », « Suor Consolata Betrone », « Lucia Mangano », « Lettere di S, Gemma », « Teresa Neumann », « Per la storia» (Padre Pio da Pie­trelcina). « Invito all'amore », « Cum cla­more valido N, « Colloquio interiore »...




Il direttore spirituale.



Spesso è lo stesso Gesù che indica all'a­nima privilegiata il Sacerdote cui affidarsi per la direzione spirituale e ciò può avvenire al­l'inizio della vita mistica o anche in seguito. S. Margherita Alacoque, dopo le doloro­se prove d'incomprensione da parte della superiora e dei Teologi chiamati a giudicarla, fu esortata da Gesù ad affidare la sua anima a un Sacerdote di passaggio, il P. De la Co­lombière. Lo stesso avvenne per S. Gemma Galvani riguardo a P. Germano.


Certo Gesù non ha bisogno del Sacerdote per attuare i suoi disegni su un'anima, ma nella sua amabile sapienza vuole servirsi quasi sempre dei suoi ministri, sia perché conoscendo le meraviglie della Grazia divi­na se ne avvantaggino loro stessi, sia perché l'anima privilegiata ne riporti il merito del­l'obbedienza.


Compito del Direttore è:


1.. Conoscere la missione specifica dell'a­nima affidata alle sue cure.


2. Seguire con prudenza e avvedutezza le diverse tappe della vita mistica, che pos­soxo presentare sempre nuovi orizzonti.


3. Guidare l'anima a quelle mete ove Dio vuole che giunga, sapendo sacrificare le proprie vedute, qualora Gesù facesse delle richieste non sempre conformi a quelle di chi la dirige.


4. Incoraggiare e e sostenere l'anima pri­vilegiata, che trovandosi abitualmente nel­lo stato di vittima, deve passare per il cro­giolo di tante prove e grandi tribolazioni.




Tre caposaldi.



Una delle croci più pesanti per le anime mistiche è l'incomprensione. Ognuna di esse riproduce qualche tratto della vita di Gesù: il Getsemani, il Calvario e specialmente la incomprensione, di cui fu vittima durante la sua vita pubblica.


L'anima privilegiata spesso è incompre­sa da chi convive con lei. Se è Suora può es­sere incompresa dalla superiora, da alcune consorelle o addirittura da tutta la comuni­tà. Se una vive in famiglia, può essere in­compresa e osteggiata da qualcuno o da tut­ti i familiari.


È necessario che almeno il suo Diretto­re spirituale la comprenda e sostenga. L'anima mistica non è un modello per­fetto di santità; gode di speciali carismi, ma resta in lei la povera natura umana, con il bagaglio di tutti i difetti, come ri­mane anche in colui che riceve la sacra Ordinazione.


Dire perciò che un'anima non può tro­varsi nello stato mistico perchè ha questo o quel difetto, è un errore.


Anche i Santi canonizzati, sebbene spes­so i biografi lo tacciano, hanno avuto i loro lati deboli, difetti spesso anche rilevanti.


Le miserie umane sono come la corteccia che custodisce l'albero della santità e lo ripara da sguardi indiscreti. Gesù si serve di queste miserie per conservare nell'umiltà i suoi prediletti.


Il Signore offre molto a queste anime e da loro chiede molto. Esige che tendano seriamente alla perfezione e sa compatire le loro debolezze. Quando però commetto­no una colpa deliberata, pur non eccedendo la venialità, ne esige la dovuta riparazione. In questi casi si intensificano e si prolunga­no le sofferenze.


S. Gemma un giorno indugiò a scacciare un pensiero di vana compiacenza. Gesù ap­parendole le disse:


- Fra poco verranno alcuni demoni a flagellarti. - Ciò si verificò.


Un'anima, che attualmente dirigo, un giorno diede a Gesù un grande dispiacere. La esortai a umiliarsi, a chiedere perdono. Il Signore prontamente glielo concesse. Desi­derando come suo Direttore spirituale coo­perare alla doverosa riparazione, promisi di celebrare, con questa intenzione, cinque san­te Messe. Ma Gesù mi fece sapete che tre erano sufficienti.


Spesso l'azione di Dio nelle anime mi­stiche è accompagnata da quella di Satana. Il demonio ha dei particolari poteri su tut­ti, ma specialmente sulle vittime straordina­rie. Tuttavia tale forza diabolica rimane sempre contenuta entro determinati limiti dalla potenza divina.


Il demonio si dimostra furibondo con le anime mistiche perché gli strappano molte prede; perciò si adopera per indurle al ma­le, per torturarle - e scoraggiarle, nella spe­ranza di far fallire i disegni di Dio.


E mentre lavora su di esse direttamente, agisce indirettamente anche su coloro che le circondano. È pericoloso aver da fare con tali anime: se non si fa più che attenzione, c'è pericolo di cadere nelle sue reti e diven­tare anche inconsciamente suoi strumenti.


In questo modo si spiegano le contro­versie, le calunnie, le lotte che si scatenano contro le anime mistiche e contro gli stim­tizzati.


Possiamo concludere: Beati i Santi ... ma guai a coloro che li fanno santificare, pre­standosi al gioco del diavolo!




Contatti con il soprannaturale.



Tutti possono trovarsi nello stato misti­co: uomini e donne, vergini e sposatì; seco­lari e consacrati, purché Dio li chiami.


Generalmente i mistici non sono anime scrupolose. Quasi sempre hanno un carat­tere forte e volitivo; diversamente non po­trebbero perseverare con generosità nello stato di vittima, accettando ogni genere di sofferenze.


Per lo più essi non amano raccontare quanto avviene di straordinario in loro; si aprono con il solo Direttore spirituale e spesso anche con lui lo fanno vincendo una naturale ripugnanza. Negli stessi scritti, ste­si per ubbidienza, si esprimano con molta sobrietà e riservatezza.


L'inizio della vita mistica può accadere nell'adolescenza, nella gioventù o anche in età avanzata.


I primi contatti con il soprannaturale so­no vari, diversi gli uni dagli altri, quasi rispecchiando l'infinita varietà di Dio nelle sue opere.


Possono ad esempio avvertire come delle frecciate alle palme delle mani o al costa­to e tutto ciò d'un colpo, senza alcun preav­viso e a intervalli. Per altri può verificarsi un sudore sanguigno in tutto il corpo, come accadde a un'anima di mia conoscenza.


Sovente il primo contatto con il sopran­naturale avviene per mezzo di « voci ». In un momento di perfetta solitudine e silen­zio uno avverte una voce, quasi di una per­sona che gli parli all'orecchio. Si odono di­stintamente frasi che incitano al bene, pres­so a poco di questo tenore: « Pensami e ama­mi come io ti penso e ti amo! » - « Sono troppo offeso! Vuoi consolarmi? » - « Ho bisogno di qualcuno che voglia sacrificarsi per le anime » - «Non negarmi nulla di quanto ti chiederò ».


Quando si odono tali voci, in chiesa, in casa, specie nel raccoglimento della pre­ghiera e si ripetono con insistenza occorre non trascurarle e tanto meno disprezzarle. Il Sacerdote che riceve tali confidenze, in­viti l'anima che a lui si affida a stare at­tenta, a controllarsi. Il primo passo da fare è constatare se tale voce viene da Dio o dal demonio.


Ci si può accertare dicendo:


- Se tu che mi parli vieni da Dio, ripeti con me: Viva Gesù! -


Se la voce viene veramente dal Signore, si udrà chiaramente l'invocazione. È questo il suggerimento dato da Gesù stesso a Santa Gemma, quando il demonio era riuscito un giorno a ingannarla.


Ad un'anima che dirigo ho dato lo stes­so suggerimento e si trova molto bene. Tal­volta la voce risponde: « Son io, Gesù, il Figlio di Maria Vergine! ».


Accertato che la voce viene da Dio, oc­corre ascoltare e possibilmente scrivere tut­to quello che dice.


Se la voce venisse dal maligno si può stare sicuri che egli non pronuncerà mai la parola « Gesù » o qualche altra pia invoca­zione.


Certe perplessità che possono capitare, e che lasciano dubbiosi su certi fenomeni, so­no dovute alla mancanza di un accertamento preliminare per conoscere con sicurezza la provenienza del messaggio.




Apparizioni.



Al fenomeno delle « voci » generalmente segue quello delle apparizioni, spesso anzi i due fenomeni sono concomitanti: appena si ode la voce appare anche l'immagine.


In pieno giorno o di notte, mentre si è perfettamente svegli, appare un personaggio. Anche questo fenomeno può essere opera divina oppure diabolica. Conviene pertanto accertarsi come si è detto per le voci. Alle prime, apparizioni si è pervasi da uno sgomento che non permette subito di eseguire i dovuti accertamenti. Di fronte a questi fenomeni anche il fisico può risentir­ne. Lucia Mangano quando vide per la pri­ma volta il demonio, mentre stava attin­gendo acqua a una cisterna, ne provò tanto terrore da essere costretta a letto febbrici­tante per diversi giorni.


Man mano però che le apparizioni si ripe­tono, ci si sente sempre più forti e preparati, fino ad avere la piena padronanza di se stessi.


Le apparizioni presentano i soggetti più diversi: Gesù, la Vergine, l'Angelo custode, il Santo protettore, il demonio ...




Lo Sposo Divino.



Avvenuti i primi contatti diretti con Ge­sù, l'anima entra poco a poco in profonda intimità con lo Sposo Celeste e comincia a ricevere le sue confidenze.


Gesù è sempre rispettoso della libertà umana e prima di agire su un'anima chiede sempre il suo libero e pieno consenso.


Il mistico comprende che dicendo il suo « fiat » dovrà soffrire molto e prima di pro­nunciarlo può anche tentennare e sentirsi preso dallo scoraggiamento. Ma nel momen­to decisivo la Madonna viene in suo aiuto; la Madre divina accompagna sempre l'opera del suo Figlio adorabile.


La Menendez, come si legge nel libro « Invito all'amore », in simile circostanza fu rallegrata dall'apparizione della Madonna che le disse:


- Non temere, figlia mia. Io ti sarò sempre vicina e ti aiuterò. Accetta l'invito amoroso del mio Gesù! -


Quando Gesù è pienamente libero di agi­re, allora dona all'anima prediletta i suoi carismi con generosità, intrecciando gioie ineffabili a grandi sofferenze.


Uno dei primi carismi può essere quel­lo delle stimmate, visibili o invisibili. Tal­volta, quando vuol rendere pubblica la mis­sione della vittima, le rende visibili, come fece con la Neumann e con tanti altri. Quando la Mangano si accorse per le trafitture che provava di essere stimmatiz­zata, pregò lo Sposo Celeste di non renderle visibili e fu accontentata.




Lo sposalizio mistico.



Una data memorabile nella vita dei mi­stivi è lo sposalizio con Gesù. È lui che sceglie il giorno, di preferenza in qualche festa della Madonna.


Noto a tutti il quadro che riproduce lo sposalizio mistico di S. Caterina da Siena, che raffigura Gesù, la Madonna, un Serafino e la Santa.


Lo stesso episodio si ripete per tante ani­me mistiche.


In occasione di questo sposalizio Gesù talvolta fa dono dell'anello mistico, un autentico anello prezioso, sempre visibile alla persona che lo porta al dito, ma general­mente invisibile a tutti gli altri.


Quando però Gesù lo permette, in de­terminate occasioni, l'anello può essere visto anche da altri, specialmente del Direttore spirituale.


L'anello mistico di S. Caterina fu visto dal suo Direttore, il Beato Raimondo da Capua. Nella chiesa di S. Maria, alla Mi­nerva, a Roma, alla base dell'altare mag­giore, si trova il sepolcro della Santa, sul cui coperchio è raffigurata, in bassorilievo, la figura della Santa con l'anello al dito.


Dalla biografia della Mangano risulta che anche lei portava l'anello datole da Gesù nel giorno dello sposalizio.


In una delle lettere ricevute dall'estero, sono passati ormati tanti e tanti anni, quel Sacerdote che prima si dichiarava scettico ed incredulo, mi scriveva di avere avuto la grazia di vedere al dito della suora l'anello mistico.


Un'anima, della quale mi interesso da circa un ventennio, ricevette il prezioso anel­lo il 15 agosto 1956, giorno dell'Assunta.


Ho avuto la gioia di vederlo più volte, alla presenza anche di un altro confratello che ebbe pure modo di osservarlo.


L'anello che Gesù offre, non è un sem­plice monile prezioso, ma un richiamo con­tinuo all'anima vittima e diventa per lei quasi un termometro spirituale.


La perla centrale dell'anello emette abi­tualmente un raggio luminoso. Quando la vittima soffre più intensamente o supera una certa prova, la luce aumenta. Se invece commette qualche infedeltà, la luce diminui­sce e può anche sparire. Riparata però la colpa, la luminosità. torna normale.


Quando S. Caterina, in qualche rara oc­casione, vedeva il suo anello senza luce, piangeva, pregava e si umiliava, senza darsi pace, finché la luce non fosse ritornata.


Per i mistici che devono lottare spesso con il diavolo tentatore che cerca di farli cadere nell'impurità, l'anello è un aiuto prov­videnziale.


Quante volte ho dovuto rassicurare l'ani­ma, di cui ho la direzione spirituale, di­cendo:


- Non deve avere alcun timore di aver offeso Dio durante quell'assalto diabolico. Terminata la prova, ha guardato l'anello?


- Sl!


- La perla continuava a emanare la sua luce?


- Sì, anzi era più luminosa di prima!


- Allora stia tranquilla; Gesù non è ri­masto offeso, anzi glorificato per la prova superata. -


Ci si può chiedere perché mai queste vit­time siano costrette a subire forti tenta­zioni e veri assalti diabolici contro la pu­rezza. La risposta è stata data da una di queste anime privilegiate.


« Lo stato di vittima è ordinariamente a beneficio dei Sacerdoti. Ad ogni prova su­perata e vittoria ottenuta, corrisponde un aumento di grazia per loro, o per impedire qualche caduta e aiutarli a rialzarsi.




Profumi e bilocazione.



Il Tanquerey, nel suo trattato di mistica pastorale, afferma che tra i carismi c'è an­che quello dei profumi. Si tratta di un forte e soave odore che proviene da un insieme di diversi profumi.


Una persona che aveva constatato que­sto fenomeno, mi diceva:


- Ho un negozio di cosmetici e so di­stinguere perfettamente gli odori delle varie essenze; ma non sono mai riuscito a indi­viduare a quale specie appartenga questo profumo mistico.


Molti parlano del « profumo di P. Pio » Ci saranno anche dei suggestionati, ma sono moltissimi anche tra gli uomini che avver­tono questo strano profumo quando si ac­costano allo stimmatizzato; un profumo che dura pochi istanti e che si ripete a intervalli. Qualcuno lo sente anche da lontano.


Che spiegazione dare a questo fenomeno? Forse vuol significare la vicinanza di Dio e il suo gradimento per la missione affidata all'anima privilegiata.


In alcuni Santi, canonizzati dalla Chiesa, si è verificato anche il fenomeno della bi­locazione. D. Bosco, per citare uno tra i più recenti, si trovava nella sua cameretta a Torino, ma spesse volte, durante la notte, veniva trasportato misteriosamente nella Spagna o in Francia e persino in qualche altra più lontana regione del mondo. Le « Memorie Biografiche » del Santo riporta­no diversi di questi viaggi misteriosi. Una altra volta racconta che, mentre si trovava in treno, contemporaneamente si ritrovò sul fiume Dora per dare una buona lezione a dei giovani che stavano facendo il bagno con pericolo per l'anima e il corpo.


Fenomeni simili si riscontrano nella vita di parecchi mistici, anche se non sempre si tratta di vera bilocazione. Nella vita di Teresa Neumann si legge che talvolta era vista in chiesa in un villaggio lontano, o ac­canto a qualche persona per impedire un de­litto, mentre invece lei si trovava tranquilla­mente a casa sua. Interrogata in proposito rispose:


- Non sono io che mi muovo da casa; è il mio Angelo custode che prende le mie sembianze e fa le mie veci.


Può accadere anche qualcosa di più straor­dinario. Voglio citare un episodio di cui sono stato testimone e che potrei confer­mare con giuramento.




Testimonianza personale



Conosco un'anima vittima che è stata a lungo esaminata dall'Autorità ecclesiastica. Lo stesso Sommo Pontefice la volle per ben dieci giorni in Vaticano per farne un accura­to esame. In seguito lei stessa mi raccontò: In ripetute udienze il S. Padre mi ri­volgeva delle domande, alle quali io rispon­devo. Ogni risposta veniva accuratamente registrata. -


Questa persona dimorava circa 250 chilo­metri lontano dalla mia residenza. Un gior­no mi disse:


- Sa che di tanto in tanto io vengo a trovarla nella sua città?


- E in quale luogo?


- Al suo posto di lavoro, ma più spesso nella sua camera.


- Vuol descrivere la mia camera? Quantunque non fosse mai stata nella mia città e tanto meno nella casa ove abito, mi descrisse la camera fin nei minimi par­ticolari. Fui costretto a risponderle:


- È perfettamente così!


Un giorno avevo deposto sul tavolo, in camera, un quaderno manoscritto: si trat­tava di uno studio che stavo facendo sulla vita pubblica di Gesù. Trascorso qualche tempo mi recai, per motivi di apostolato, nella città ove abitava quella mistica e ne approfittai per farle una visita. Dopo un breve saluto mi disse:


- Ha ancora sul tavolo il manoscritto sulla vita pubblica del Signore?


- Certo, si trova sicuramente là.


- No, non c'è più. Sono venuta io stessa a prenderlo!


- E quando?


- Circa venti giorni fa.


- Può raccontarmi esattamente come avvenne?


- Sono entrata nella sua camera con Ge­sù. Lei stava in un angolo a scrivere e vol­tava le spalle al tavolo. Gesù mi disse:


« Prendi questo quaderno, così darai a que­sto Sacerdote la prova che sei venuta a tro­varlo ». Naturalmente ho obbedito.


- Se è vero, vorrebbe ora ridarmi il mio quaderno? -


La mistica tirò fuori da un armadietto il quaderno e me lo consegnò.


- Ma venne con lo spirito o anche con il corpo in camera mia?


- Non saprei proprio dirlo. Posso solo confermare che il quaderno lo presi con le mie mani.


Faccio notare che quando sono in camera per lavorare, tengo sempre la porta chiusa dall'interno con un piccolo ferro e posso ga­rantire che anche in quel giorno la porta era assolutamente chiusa.




Vita di sofferenze.



I mistici hanno la missione di soffrire, perciò hanno abitualmente qualche pena fi­sica o morale. Di giorno tuttavia la loro sofferenza consente sempre di disimpegnare il lavoro quotidiano.


Le pene maggiori, e solo Dio sa sino a qual grado possano giungere, le subiscono durante la notte. Cominciano nella serata e si protraggono fino al mattino. E’ durante le ore della notte che si commettono le colpe più gravi, i più orrendi delitti; per questo Gesù chiede alle sue vittime un contributo particolare di sofferenze.


Al mattino queste anime si trovano in uno stato di prostrazione che umanamente parlando renderebbe loro impossibile la ri­presa dell'attività giornaliera. Invece appena ricevuta la S. Comunione, riprendono inte­gralmente le loro energie, si sentono risol­levare e possono lavorare come se nulla fos­se accaduto.


Tutti coloro che hanno la fortuna di seguire da vicino qualcuna di queste anime, possono confermare questa verità.


Le sofferenze cui sono sottoposte queste vittime sono diverse e varie. Dolori fisici, perché soggette a malattie, dolori delle stim­mate visibili o invisibili. Quando poi Dio lo permette, devono sopportare battiture e flagellazioni del demonio, bruciature e scot­tature ricevute spesso nel contatto con le forze demoniache.


A queste sofferenze fisiche si aggiungono quelle morali: l'incomprensione degli altri, amarezze e contrasti, la tristezza e l'agonia del Getsemani che sovente Gesù fa loro pro­vare, terribili tentazioni, l'abbandono e le tenebre dello spirito...


Le sofferenze aumentano di intensità al giovedì sera e perdurano tutta la notte e l'intero venerdì; diminuiscono notevolmente il sabato mattina.


Le sofferenze a cui sono sottoposte le anime vittime, seguono il ciclo liturgico: al principio della Quaresima cominciano ad au­mentare, con un crescendo nella settimana di Passione. Raggiungono il massimo nella Settimana Santa, particolarmente il Venerdì Santo.


Tutte queste sofferenze e questi continui sacrifici il Signore li chiede e li utilizza quasi sempre per i suoi Sacerdoti.




Confidenze di un prete.



(Le pagine che seguono sono la succinta relazione di un'anima mistica sacerdotale, che conosco e seguo da vicino da tanti anni. La ritengo molto utile, non soltanto per la testimonianza viva che riferisce, ma anche per le interessanti riflessioni che fa in qua­lità di ministro di Dio).


Credo che lei mi conosca bene: segue da molti anni la mia attività. Giacché desidera una breve relazione sui fenomeni che mi succedono, lo faccio in spirito di vera umil­tà e obbedienza.


Nella mia vita sacerdotale ho avuto an­ch'io i miei alti e bassi, anche se mi pare di poter affermare - Dio mi perdoni la presunzione - di non aver mai offeso gra­vemente il mio amabilissimo Signore. Ma quante miserie, infedeltà, omissioni, soprat­tutto quanta incorrispondenza alla Grazia!


Certo non avrei mai potuto supporre di diventare un giorno un'anima prediletta dal mio Signore Gesù, una sua vittima, uno stim­matizzato. Ritenevo, prima di questa espe­rienza, che gli stimmatizzati si potessero con­tare sulla punta delle dita nella storia mil­lennaria del Cristianesimo. Invece non è così.


Una data per me indimenticabile è il 23 maggio 1964, quando Sua Sanità Paolo VI mi concesse un'udienza e potei confidargli quanto Gesù stesso volle che gli confidassi. Il Papa ne fu lieto e restò felicemente sor­preso quando gli dissi che in Italia ci sono 33 Sacerdoti con le stimmate e in tutto il mondo 154, tutti Sacerdoti viventi.


Io cominciai ad avvertire le stimmate nella novena dell'Immacolata, nel 1952. Ge­sù mi andava preparando già da lungo tem­po. « Ti farò un grande dono », mi ripeteva spesso, ma non avrei mai pensato si trattas­se di questa prova meravigliosa.


Lei ha avuto modo di osservare più vol­te le palme delle mie mani; al centro vi avrà notato un segno a forma di piccolo cerchio rosso. Quando il dolore si accentua i tes­suti si gonfiano e vi si forma una protube­ranza come una mandorla. Abitualmente al centro delle palme provo un calore tutto particolare.


Il dolore viene a intervalli. Le trafitture talvolta si fanno sentire improvvise e for­tissime. Allora, potendolo, mi inginocchio, bacio la terra e prego, pensando a Gesù che mi chiede una riparazione.


Un fenomeno analogo lo porto ai piedi; anche sulle piante c'è una piccola protube­ranza. La stimmata più importante è quella del costato, al lato sinistro, visivo al cuore.


Il dolore sulla parte esterna per lo più non è forte; la sofferenza più viva la provo inter­namente, al cuore. Tempo fa provai dolori mortali. Mi trovavo a letto ed era notte. Il tormento al cuore durò circa mezzora. Se non avessi avuto la certezza che il dolore proveniva dalla stimmata, avrei creduto di star per esalare l'ultimo respiro.


Per questa stimmata avverto anche un altro dolore, assai strano e che si produce solo a intervalli lontani. Sento di colpo irra­diarsi al centro del cuore delle fitte lanci­nanti che mi afferrano tutto il petto: ho la sensazione di venire trafitto contemporanea­mente da molte lame pungenti e taglienti.


Ho pensato più volte che devono avere una certa somiglianza con i dolori provati da Gesù nella sua lunga agonia sulla Croce


Le stimmate chiuse o invisibili sono su per giù come delle ferite fasciate; se si toc­cano fanno male. Ho chiesto al Signore che rimangano nascoste; ma se avesse dei fini particolari, sarei sempre disposto a inchinar­mi alla sua amabile volontà.




Qualche ricordo.



Una volta alla mezzanotte precisa di un Venerdì Santo, Gesù mi rivolse una sem­plice domanda, che tuttavia racchiudeva tut­to un programma: « Posso? ». Risposi pron­tamente che aveva la massima libertà di agire come riteneva meglio. E da quel mo­mento ha preso a lavorarmi con grande di­screzione e delicatezza. È grande la gioia che si prova nell'udire la sua voce. Una voce virile, qualche volta supplichevole e malinconica. In questi ultimi tempi mi ha ripetuto: -


- Sono triste ... tanto triste! ... Vo­glio che ti faccia santo ... un gran santo! - So che è desiderio di Gesù che io rag­giunga un alto grado di perfezione, pog­giata sull'umiltà. Perciò insiste spesso:


- Sii umile, molto umile!


In una visione a due riprese mi mostrò alcuni aspetti della sua vita, nei momenti di maggiore umiliazione: la nascita nella grotta di Betlemme e i dileggi subiti al pretorio di Pilato, mentre sottolineava la sua beatitudine: « Beati i puri di cuore e gli umili! ».




Vittima.



La più grande rovina per certi Sacerdoti è cedere alle tentazioni impure. Addolora­to e preoccupato per questo fatto, pregai il Signore così: « Mi offro vittima al tuo Amore Misericordioso per essere di aiuto ai Sacerdoti deboli di fronte alle tentazioni contro la purezza. Ti chiedo il martirio del corpo e dello spirito, certo che mi darai la forza per sopportare quello che vorrai ».


Gesù gradì questa mia offerta e dopo poco tempo mi accorsi che aveva dato po­tere a un demonio di agire contro di me. Da anni vivo sotto l'azione implacabile di questo tentatore. In aiuto il Signore mi ha affidato alla custodia di un Arcangelo.


Non si riesce neppure a immaginare gli assalti che subisco di giorno e di notte. È terribile sentirsi afferrare dal demonio sen­za riuscirsi a svincolare. Essere costretto a stare a contatto con lui, specie quando prende sembianze di donna. Non resta che pregare e resistere con la volontà a ogni tentativo di diletto impuro.


La sembianza umana che il tentatore as­sume talvolta, è di una persona dalla pelle grigiastra, un colore scuro tra il bianco e il nero. Appena l'immagine si dilegua non resta alcuna traccia della sua presenza. Ho potuto anche vederlo in forma di persona normale, come un uomo dalla fac­cia abbronzata, però il suo sguardo era più felino che umano.


Durante questi assalti ho la certezza di non cadere, avendo ricevuto assicurazione da Gesù stesso.


In una visione Gesù volle farmi cono­scere il frutto delle lotte che devo soste­nere contro il demonio. Ricordo: mi ap­parve un serpente, lungo circa mezzo me­tro, che strisciava per terra. Ad un tratto vidi una mano che afferrò il rettile, strin­gendo con forza dalla parte del cuore. Vidi allora uscire dal cuore dell'animale un ma­gnifico fiore dall'ampia corolla. La mano mi­steriosa recise il fiore mettendolo da parte; poi prese a stringere il serpente dalla parte


del capo, fino a spremere un altro fiore identico al primo; quindi la visione cessò. Gesù si benignò approvare la mia inter­pretazione: il serpente infernale mi tenta al peccato, ma io resistendogli coopero al­la rinascita spirituale di prede che egli ave­va fatto sue.




Disturbi notturni.



Avendo il demonio un certo potere su di me, mi disturba nei più diversi modi. I suoi assalti sono frequenti, avvengono ogni giorno. Mi sento toccare la testa o la spalla; avverto sul viso come un grosso ragno che si agita ed ho avvertito anche come un lungo ago che, partendo dalla sommità del capo, mi penetra nell'interno della testa, provocandomi dolorosa trafittura. General­mente un semplice segno di croce fa ces­sare il disturbo. Gli assalti più violenti li subisco quando sono coricato. Ora è una vociaccia, ora un trillo improvviso di cam­panello che mi svegliano di soprassalto; tal­volta sento le ali di un uccellaccio che sbat­tono sul guanciale, o una mano invisibile che gratta il guanciale; a volte sono cam­panelli che trillano alla spalliera del letto, colpi sul comodino o un petardo che scop­pia nella stanza.


Per la salvezza delle anime che mi sono affidate è necessario sopportare ogni cosa. Il Signore poi ha voluto farmi comprendere un fenomeno particolare riguardo all'azione diabolica.


Una sera mi ero messo a letto; posato il capo sul guanciale, ancora completamente sveglio, udii come l'appressarsi di un ciclo­ne, preceduto da un sibilo acuto, all'altezza di un metro circa dal letto. Contemporanea­mente fui invaso dal maligno e mi trovai in un antro soffuso di penombra. Due esseri in sembianze umane, dall'abito e dal volto nero, mi stavano davanti e assistevano muti alla lotta che avevo ingaggiato con il demonio.


La lotta si protrasse a lungo mentre io invocavo l'aiuto del Sangue redentore di Ge­sù per esserne liberato. Continuavo ad es­sere pienamente consapevole dei miei atti. Il fenomeno, improvvisamente come era co­minciato, ebbe termine; durò dieci minuti.


Questa esperienza mi ha fatto comprendere chiaramente cosa provano gli ossessi quan­do il demonio si impadronisce di loro.


Gesù mi chiede particolari sofferenze nel­ la notte del giovedì, del venerdì e dei gior­ni festivi. Certe mattine alzandomi mi sen­to veramente spossato, provo il desiderio di restare a letto per ricuperare le forze perdute.


Appena però mi alzo, riacquisto in breve tutte le mie energie e riesco a lavorare co­me se avessi comodamente riposato tutta la notte; anzi peggio trascorro la notte e tanto meglio mi sento durante il giorno.




Doni particolari.



Il Signore mi fa sovente dei regali che chiama « segni divini ». Mentre mi avvio all'altare per la celebrazione del S. Sacrifi­cio, o all'inizio di questo, avverto ondate di profumo, pur non avendo alcun fiore ac­canto. Durante la Messa di Natale avvertii un crescendo continuo di luce sul corpora­le, dal « Domine non sum dignus » al « Post­communio ».


Il fenomeno del profumo cui ho fatto cenno si ripete qualche volta in casa e an­che per strada. Qualcuno me ne chiede la causa, mettendomi in difficoltà per dare una spiegazione plausibile.


Gesù mi ha anche promesso di darmi a suo tempo l'anello delle anime vittime. L'anello in seguito mi è stato dato; ha la forma di cuore, è di oro bianco ed emette tre piccoli raggi luminosi. Sta al dito anulare della mano destra. Passato qualche tempo, nel giorno dell'Immacolata, durante la cele­brazione della Messa, la Madonna mi ha dato anche un altro anello, che sta al dito medio della mia destra. Ha la forma ovale, e rappresenta la Madonna dei Raggi, cioè la Vergine con le braccia abbassate e le mani emettenti raggi. Ormai tanti sanno che tengo questi anelli, perché quando Dio vuole, si rendono visibili a certe persone, o mentre celebro la Messa, o mentre ammi­nistro la Comunione o mentre si sta a col­loquio con me.


Da parecchi anni si verifica anche un al­tro fenomeno, quello della bilocazione.


Una Suora mi diceva tempo fa:


- Mi trovavo in convento; ero sola nel­la mia celletta; durante là notte ho visto lei, ritto davanti a me. Ma come sarà en­trato? - mi sono chiesta e ho avuto paura. Un altro signore venne a dirmi:


- Padre, di notte non venga in casa; se può ci venga di giorno. -


Una signora:


- Mentre le scrivevo una lettera, l'ho vista davanti a me con uno sguardo inco­raggiante e questo mi è capitato più volte. -


Sono molte le persone che vengono a raccontarmi tali cose. Ho saputo che è il mio Angelo custode che assume il mio aspetto, per incoraggiare anime bisognose o impedire che cadano in peccato.


Di fronte a questi fenomeni concludo: Conosco la mia estrema miseria e am­miro la bontà e la grandezza di Dio.


Prego ed esorto lei e tutti gli altri a pre­gare per me, affinché possa corrispondere ai disegni di Dio, mémore dell'avvertimento del Signore Gesù: « Molto sarà domandato a chi molto è stato dato ».






ATTENZIONE


Il decreto della Congregazione per la propaga­zione della Fede A.A.S. n. 58/16 del 29-12-1966, era stato già approvato da S.S. Paolo VI il giorno 14-10-1966 e venne pubblicato per volere di Sua Santità stessa. Tre mesi dopo la pubblicazione il Decreto venne convalidato, per cui NON È PIÙ PROIBITO DIVULGARE - senza l'imprima­tur - SCRITTI RIGUARDANTI NUOVE AP­PARIZIONI, RIVELAZIONI, PROFEZIE e MI­RACOLI.


Il Concilio Vaticano II ha riconosciuto il di­ritto all'informazione leale fra le persone oneste; dopo il 15-11-1966 i canoni 1399 e 2218 non sono più in vigore.


(Documentazione cattolica N. 1488 pag. 327).








ESEMPLARITÀ SACERDOTALE





Ciò che potrebbe disgustare ed amareggiare Gesù è il vivere di quei Sacerdoti, che danno il culto alla modernità di oggi, condividendo le ve­dute del mondo, mentre dovrebbero vivere morti al mondo librandosi in alto senza imbrattarsi per potere diffondere la luce. Non si conquistano le anime con la sola cultura, ma occorre l'amore sa­piente, che deve scaturire dal Pane Eucaristico, disceso nelle loro mani consacrate.


I Ministri di Dio, devono romperla con le in­novazioni imprudenti; devono avere l'intuito di una vera comprensione che nessun libro può dare, per coltivare e formare le anime più docili alla con­quista del Regno di Dio. Devono mantenere il pri­mato nella vita interiore.


I più dei Sacerdoti hanno svalutato la loro nobiltà, casta e divina, vivendo di suerficialità. non mantenendosi all'altezza del loro dono ri­cevuto.


I Sacerdoti santi di un tempo incutevano ri­spetto e venerazione a chi li avvicinava o incontra­va per la strada. Adesso come tutto è cambiato da fare pietà!


La presenza del Sacerdote dovrebbe ripetere al mondo: Io sono nel mondo, ma sono tutto di Dio e per donare anime a Dio.


Il Sacerdote austero di condotta, formato ai pascoli della vera vita, va incontro alle anime in abito decoroso e serio. Il clergyman sia sempre or­nato della crocetta, quale distintivo sacerdotale


Il Ministro dell'Altare non deve assimilare la vita del mondo, né deve giustificarla per convenienza personale; sarebbe deplorevolmente assurdo, perché se è Sacerdote di questi tempi, non deve appar­tenere ai tempi di grande scompiglio, ma deve te­nere punti fermi e assodati nell'immutabilità della legge del Vangelo, che dice: « Non si possono ser­vire due padroni... »; parabola generale per tutti e per i Sacerdoti.


Il tempo attuale semina zizzania d'ignominia. Il Prete dovrebbe rimanere immune da tale con­tagio e coltivare il suo genere di vita di vera do­nazione, come lo furono i discepoli di Cristo, che seppero combattere e conquistare anime alla vera vita.


Nel Sacerdote si dovrebbe sentire la fragranza mistica della sua Sacra Unzione.


Il Sacerdote di oggi deve essere come quello dei secoli scorsi, in cui brillava la vera Fede, e deve vivere il suo nobile e unico ideale per il quale è stato scelto e prediletto da Dio.


Il Ministro del Signore deve essere dedito alla preghiera, alla meditazione, all'esame di coscienza accurato tutte le sere e deve controllare bene come vive la sua giornata nei rapporti eucaristici dell'im­molazione. Deve evitare l'operosità convulsa che soffoca le forze dello spirito e lascia vuoti e sterili della vita divina; quindi non s'intrometta a fin di bene in certi affari che non riguardano il suo Mini­stero Sacerdotale; non si adegui al momento che passa, perdendo così il senso intimo del soprannatu­rale, il quale esige l'opera caritativa con la mira unica di condurre anime al porto di salvezza.


Il Sacerdote di Dio deve essere amante della vita interiore compendiata nell'Eucaristia, diviniz­zandosi ed inebriandosi del fuoco del divino amore, e deve trasmettere alle anime la vera vita divina, la quale dovrebbe risplendere come un raggio di sole per rischiarare le tenebre.


I Sacerdoti si rendano capaci di formare anime innamorate dei Tabernacoli con un'esperta prepara­zione e direzione fondamentale, per fare giungere le anime di buona volontà ad una vera spiritualità, avviandole alla vita migliore, poiché dei buoni alla buona ve ne sono tantissimi, ma non sono molto graditi a Dio da formare la dimora e la consolazione di Gesù, Re d'amore. ..